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Elezioni amministrative 2020

Amministrative 2020, come si vota alle elezioni comunali del 20 e 21 settembre

Oggi fino alle 15 si vota per le elezioni comunali 2020 in 1.179 città italiane, compresi anche 18 capoluoghi di provincia e 3 capoluoghi di regione. Urne aperte fino alle 15 di lunedì 21 settembre, mentre lo spoglio delle schede per le comunali è in programma nella mattinata di domani, martedì 22 settembre. Il 49,55% degli aventi diritto ha già votato, secondo l’ultimo dato sull’affluenza alle urne diffuso alle 23 di domenica 20 settembre dal Ministero dell’Interno. Vediamo come si vota, quali sono le leggi elettorali in vigore, quando inizierà lo spoglio e quando si conosceranno i risultati.
A cura di Stefano Rizzuti
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Mancano poche ore alla chiusura dei seggi per le elezioni amministrative 2020: c'è tempo per votare fino alle 15 di oggi, mentre lo spoglio delle schede è in programma nella mattinata di domani, martedì 22 settembre. Contemporaneamente alle amministrative, si vota anche per le elezioni regionali e per il referendum sul taglio dei parlamentari.

L'ultimo dato sull'affluenza alle elezioni comunali 2020, diffuso dal Ministero dell'Intero, è più alto rispetto a quello di regionali e referendum: il 49,55% degli aventi diritto si è già recato alle urne.

Le elezioni riguardano 18 capoluoghi di provincia, tra cui anche 3 di Regione (Aosta, Trento e Venezia). Andiamo a vedere come si vota per le elezioni comunali, cosa deve portare con sé l’elettore per esprimere la propria preferenza, come funziona il meccanismo elettorale con la possibilità di voto disgiunto in alcuni Comuni e quando si terranno gli eventuali ballottaggi.

Amministrative 2020, gli orari di voto, spoglio e risultati

Per le elezioni comunali si è votato ieri dalle 7 alle 23 e si vota oggi dalle 7 fino alle 15. Alla chiusura dei seggi arriverà il dato definitivo sull'affluenza alle urne, mentre a partire dalla mattinata di domani 22 settembre comincerà lo scrutinio delle schede e si conosceranno i risultati definitivi.

Dove si vota: l’elenco dei Comuni

In Italia si vota per le elezioni amministrative in totale in 1.179 comuni, come riportato dall’elenco completo pubblicato dal ministero dell’Interno. I capoluoghi di provincia chiamati al voto sono 18: Agrigento, Andria, Arezzo, Bolzano, Chieti, Crotone, Enna, Fermo, Lecco, Macerata, Mantova, Matera, Nuoro, Reggio Calabria, Trani, più i tre capoluoghi di Regione Aosta, Trento e Venezia. Diverse le date per il voto in Sicilia e Sardegna: in Sicilia si vota il 4 e 5 ottobre, in Sardegna il 25 e 26 ottobre.

Come si vota alle elezioni comunali 2020

Alle elezioni amministrative possono votare tutti i cittadini che hanno compiuto i 18 anni e che siano iscritti nelle liste elettorali del comune di residenza. Bisognerà andare al seggio portando con sé il documento di riconoscimento, la tessera elettorale e per queste elezioni anche la mascherina. Non si può entrare ai seggi in caso di febbre sopra i 37,5 gradi. All’interno del seggio bisognerà rispettare la distanza di sicurezza di un metro con tutti gli altri elettori e la distanza di due metri dagli scrutatori.

La legge elettorale

La legge elettorale varia in base al numero di abitanti delle città coinvolte. In ogni caso si vota mettendo una X sul nome del sindaco oppure sulla lista che lo sostiene, con la possibilità di esprimere la preferenza per un candidato consigliere. Per i comuni sopra i 15mila abitanti esiste anche la possibilità di voto disgiunto, ovvero per un candidato sindaco e una lista che non lo sostiene.

La guida al voto nei Comuni fino a 15mila abitanti

Per i Comuni sotto i 15mila abitanti non si prevede il ballottaggio, se non in caso di parità assoluta tra i due candidati. Altrimenti vince semplicemente chi ottiene un voto in più. Non è previsto il voto disgiunto e la lista vincente ottiene due terzi dei seggi. L’elettore deve tracciare un segno o sulla lista o sul nome del sindaco (o su entrambi).

Come si vota nei Comuni sopra i 15mila abitanti

Nei Comuni con più di 15mila abitanti il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti, ovvero il 50% più uno, viene eletto sindaco. Altrimenti si va al ballottaggio tra i due candidati più votati. L’elettore può votare per un candidato sindaco, per una lista che lo sostiene o per entrambi, potendo anche esprimere due preferenze per i candidati consiglieri. C’è anche la possibilità di voto disgiunto, ovvero votare per un candidato sindaco e per una lista che non lo sostiene. Nei comuni sopra i 15mila abitanti è possibile esprimere due preferenze, quindi bisogna indicare i nomi di due candidati di sesso diverso ma della stessa lista. Alle liste che sostengono il sindaco eletto verranno assegnati almeno tre quinti dei seggi.

Le preferenze e le quote rosa

Nei comuni fino a 5mila abitanti è possibile esprimere una sola preferenza. Sopra i 5mila abitanti e fino a 15mila è possibile esprimere due preferenze rispettando il criterio delle preferenze di genere (nella formazione delle liste deve essere rispettato anche il criterio delle quote rosa). Sopra i 15mila abitanti, invece, le preferenze restano due (con la doppia preferenza di genere obbligatoria), ma si può anche ricorrere al voto disgiunto. Per indicare la preferenza bisogna indicare il cognome del candidato/candidata scelti e in caso di possibile omonimia serve scrivere nome e cognome.

Quando arriveranno i risultati

Lo spoglio delle schede inizierà, lunedì 21 settembre, da quelle del referendum costituzionale. Si passerà poi alle regionali, nelle sette Regioni in cui si voterà. Per quanto riguarda le comunali, invece, l’orario di inizio dello spoglio dovrebbe essere indicativamente le 9 di martedì 22 settembre. I risultati definitivi, quindi, potrebbero arrivare tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio di martedì. Inoltre, in caso di ballottaggio, il secondo turno si terrà il 4 e 5 ottobre.

Come si assegnano i seggi

Nei Comuni fino a 15mila abitanti, alle liste collegate al sindaco eletto vengono assegnati due terzi dei seggi totali, mentre gli altri seggi vengono ripartiti proporzionalmente tra le altre liste. Nei Comuni con più di 15mila abitanti esiste una soglia di sbarramento: le liste che prendono meno del 3% dei voti validi vengono escluse e non entrano in consiglio comunale. Le liste collegate al sindaco eletto con almeno il 40% dei voti si vedono assegnate il 60% dei seggi grazie al premio di maggioranza. Il numero di consiglieri comunali varia in base alla popolazione: si va da un minimo di 10 a un massimo di 48 eletti. Per i capoluoghi il numero di consiglieri è almeno 32, se parliamo di città con più di 250mila abitanti il numero sale a 36, per arrivare a 40 sopra i 500mila abitanti.

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