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Un candidato di Fratelli d’Italia a Torino è indagato per accesso indebito ai dati degli elettori

Il candidato al Consiglio comunale di Torino, Enzo Liardo è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di aver acceduto abusivamente ai sistemi informatici del Comune per ottenere alcuni dati su un numero imprecisato di elettori. Secondo la Procura, Liardo avrebbe avuto intenzione di utilizzare quelle informazioni personali per sponsorizzare la sua candidatura in vista delle elezioni.
A cura di Giuseppe Pastore
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Accesso abusivo ai sistemi informatici per ottenere le liste elettorali dei cittadini di Torino. È l'ipotesi di reato su cui lavora la Procura del capoluogo piemontese che nei giorni scorsi ha iscritto nel registro degli indagati Enzo Liardo, candidato consigliere alle elezioni comunali di Torino in lista con Fratelli d'Italia e sostenitore del candidato sindaco di centrodestra Paolo Damilano.

La notizia è arrivata a pochi giorni dal voto per le amministrative di domenica 3 e lunedì 4 ottobre, dopo la perquisizione della Guardia di Finanza negli uffici elettorali del Comune. Secondo gli inquirenti, Liardo avrebbe avuto interesse a contattare i cittadini iscritti nelle liste elettorali e quindi a gestire illecitamente i dati personali contenuti negli elenchi per sponsorizzare la sua candidatura al Consiglio.

L'accusa della Procura di Torino contro Enzo Liardo

Le indagini, coordinate dai pubblici ministeri Francesco Pelosi e Paolo Toso, avrebbero condotto alla notifica di avvisi di garanzia anche ad alcuni dipendenti e funzionari comunali che avrebbero aiutato Liardo a ottenere le liste elettorali. L'ipotesi della Procura, infatti, è che con l'aiuto di qualche dipendente del Comune di Torino il candidato avrebbe ottenuto indebitamente i dati degli elettori. Informazioni che poi avrebbe avuto intenzione di utilizzare per dare uno sprint finale alla sua campagna elettorale. Non risulta precisato il numero di cittadini presenti nelle liste di cui Liardo sarebbe entrato in possesso.

Quel che è certo, invece, è che non essendo un componente del Consiglio non avrebbe potuto averne accesso liberamente. I consiglieri comunali in carica, infatti, possono richiedere gratuitamente le liste elettorali, mentre il candidato Enzo Liardo avrebbe dovuto pagare un'imposta per accedere a quei dati. Secondo la Procura non lo avrebbe fatto e per di più si sarebbe fatto aiutare da persone che lavorano negli uffici elettorali e che presumibilmente conosceva, visto che è stato consigliere comunale durante l'amministrazione Fassino, dal 2011 al 2016.

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