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Tav, il Senato dice sì: bocciata la mozione del M5s. Lega: “Ci saranno conseguenze”

Il Senato ha votato le mozioni sulla Tav: è stata bocciata quella del Movimento 5 Stelle, che era a favore dello stop all’alta velocità. Approvate le altre quattro mozioni pro-Tav: erano state presentate da Pd, Fi, Fdi e +Europa. La maggioranza di governo si spacca e il M5s accusa Lega e Pd di fare un “inciucio”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Anche il Parlamento dice sì alla Tav, ma Lega e Movimento 5 Stelle si spaccano in Senato. La mozione del Movimento 5 Stelle che chiedeva di stoppare l’opera è stata bocciata da Palazzo Madama. A votare contro Lega, Pd, Fi e Fdi, con le accuse dei 5 Stelle ai leghisti di votare insieme ai dem e aprire così un “inciucio”. Il Senato ha votato anche a favore delle mozioni pro-Tav presentate da Pd, +Europa, Fi e Fdi. Sulla mozione del Pd, la prima di quelle votate pro-Tav, i voti favorevoli sono stati 180, con 109 contrari. Numeri simili sono stati raggiunti anche dalle altre mozioni a favore dell'alta velocità, votate in rapida sequenza dall'Aula di Palazzo Madama: quella di Forza Italia ha visto 182 voti favorevoli, quelle di Fdi e +Europa 181. La mozione del Movimento 5 Stelle, invece, è stata bocciata da 181 senatori, con 110 voti favorevoli e un astenuto. Quella di Leu, anche questa contraria all'alta velocità, è stata invece preclusa e non si è quindi tenuto alcun voto. E dopo le votazioni la Lega minaccia conseguenze sulla tenuta del governo.

Cosa succede ora al governo

Le votazioni sulla Tav hanno riacceso lo scontro nel governo. La Lega minaccia conseguenze concrete sull'esecutivo, mentre Matteo Salvini avverte i suoi dicendogli di restare a Roma ad agosto. Il Movimento 5 Stelle affronta oggi una dura assemblea congiunta e il Pd chiede a Giuseppe Conte di rassegnare le sue dimissioni. Il voto di Palazzo Madama non apre, formalmente, una crisi parlamentare. Ma può essere la classica goccia che fa traboccare il vaso, dando a Salvini il pretesto per rompere con i suoi alleati. Il leader della Lega potrebbe decidere di dare una spallata definitiva al governo, chiedendo un ritorno al voto (e c'è già chi parla del 13 ottobre come prima data utile per le elezioni). Dall'altra parte, però, le minacce di crisi di governo sono ormai quasi un'abitudine degli ultimi mesi ed è difficile prevedere cosa accadrà. Difficile che sia il presidente del Consiglio – che solo ieri cercava di rassicurare sulla stabilità del governo – ad aprire la crisi andando al Quirinale. Altra ipotesi, per molti la più concreta, è quella di un rimpasto di governo che potrebbe portare a qualche cambio nelle posizioni ministeriali chiave e magari far partire un Conte bis. Che, almeno per un po', potrebbe mettere a tacere le polemiche tra le due forze alleate a Palazzo Chigi.

La giornata al Senato sulla Tav

La discussione delle mozioni sulla Tav al Senato si è aperta questa mattina. Sei mozioni – quattro a favore e due contro – sull’alta velocità Torino-Lione. Un voto che potrebbe avere più conseguenze politiche – sulla tenuta del governo – che pratiche. Non a caso la mozione che più suscita interesse è quella del Movimento 5 Stelle: un testo che non impegna il governo (come per tutte le altre mozioni) ma solo il Parlamento. Nel tentativo di non mettere in discussione il ruolo di Giuseppe Conte e il suo sì alla Tav, ma che tenta di affidare alle Camere lo stop all’alta velocità. I 5 Stelle, però, sono in minoranza e la loro mozione non ha avuto i voti per passare. La Lega e Matteo Salvini sono pronti a far comunque diventare la mozione M5s terreno di scontro, ma da Palazzo Chigi ieri sera è arrivato un tentativo di calmare le acque: il voto “non prefigura un sindacato sull’operato del governo né del presidente del Consiglio”. La discussione è iniziata dalla presentazione della mozione del Movimento 5 Stelle. Le opposizioni – fatta eccezione per Leu – hanno votato contro. Dopo la discussione – soprattutto interna al Pd – di non votare per evidenziare le crepe nella maggioranza, alla fine la linea da seguire è un’altra: votare per il sì alla Tav. Oltre al M5s anche Leu presenta una mozione per lo stop alla Tav. Altre quattro le mozioni, invece, a favore: Pd, Forza Italia, Fratelli d’Italia e +Europa con il Gruppo Misto.

La prima mozione è quella del Movimento 5 Stelle, che è stata bocciata. Poi si è passati a quella del Pd, seguita da +Europa, Fdi, Leu e Fi. La mattinata è iniziata con l’illustrazione delle mozioni: poi si è passati alle dichiarazioni di voto e alle votazioni. La mozione M5s “delibera di avviare, in sede parlamentare, un percorso immediato volto a promuovere, per quanto di competenza, l’adozione di atti che determinino la cessazione delle attività relative al progetto per la realizzazione e la gestione della sezione transfrontaliera del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione”. Da notare il fatto che questa mozione, contrariamente alla prassi, impegna il Parlamento e non il governo.

La mozione del Pd è stata sostenuta anche dalla Lega, come annunciato dal capogruppo del Carroccio al Senato, Massimiliano Romeo. I dem hanno deciso di eliminare dal testo tutta la parte politica, in cui criticavano il governo. Un modo per far sostenere la loro mozione anche dalla Lega. Questo il testo, di una sola riga: “Il Senato impegna il Governo ad adottare tutte le iniziative necessarie per consentire la rapida realizzazione della nuova linea ferroviaria Tav Torino-Lione”. E i 5 Stelle attaccano: "Abbiamo portato il Tav in Parlamento e sono venuti allo scoperto! Ma la cosa più ridicola è che la Lega li sostiene dopo che il Pd ha presentato una mozione di sfiducia su Salvini. L'inciucio è servito! Aprite gli occhi!”. Alla mozione del Pd si può votare solo sì o no, come spiegano i senatori dem in Aula. A Palazzo Madama sono arrivati anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, quello delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, mentre erano già presenti a inizio discussione altri ministri come Fraccaro, Bongiorno, Stefani e Centinaio.

Mozioni Tav, i possibili scenari

Le sei mozioni che sono state votate oggi al Senato potrebbero avere un peso relativamente modesto da un punto di vista pratico. Al contrario, però, potrebbero avere ben altro significato da un punto di vista politico. Da una parte c’è la Lega che da giorni, con il suo leader Matteo Salvini, ritiene sbagliato votare no alla Tav voluta dal governo, con una chiara accusa ai suoi alleati del Movimento 5 Stelle. Dall’altra c’è il M5s che ha scritto una mozione che non impegna il governo – per non mettere in difficoltà Conte – ma solo il Parlamento. Inoltre è stato lo stesso Conte, quando ha annunciato il sì del governo alla Tav, a dire che solo il Parlamento può revocare questa decisione.

Cosa succede se passa la mozione pro-Tav

Lo scenario più probabile è quello di un voto favorevole alla Tav (quello che si è poi concretizzato). I numeri del Senato parlano chiaro: Lega, Pd, Fi, Fdi e +Europa diranno sì alle mozioni pro alta velocità. Nel caso in cui non ci dovessero essere sorprese, dunque, non cambierebbe nulla dal punto di vista pratico: la realizzazione della Tav andrebbe avanti come annunciato dal governo e come fatto sapere dallo stesso esecutivo ai partner europei e all’Ue. Ma il tema diventerebbe politico: Salvini ha già accusato i 5 Stelle di sfiduciare Conte votando no, anche se messi in minoranza e non potendo così incidere. Mentre il M5s voterà no soprattutto per mostrare la propria coerenza parlamentare, nonostante non sia riuscito a incidere all’interno del governo (di cui è partner di maggioranza) sulla Tav. Conte, comunque, ha cercato di rassicurare tutti, tentando di tenere lo scontro su un piano non politico e non personale: l’obiettivo è quello di evitare nuove polemiche.

Cosa succede se passa la mozione no-Tav

Le mozioni no-Tav si differenziano per un elemento: quella del M5s impegna il Parlamento, quella di Leu il governo. Entrambe sembrano destinate alla bocciatura: difatti la prima è stata bocciata e la seconda preclusa. Ma se fossero passate (magari con un’astensione, inizialmente ipotizzata ma oggi esclusa, del Pd), si sarebbe aperto uno scontro politico tra Lega e M5s. È vero che la mozione non avrebbe impegnato il governo che avrebbe potuto, almeno per il momento, proseguire con il suo sì alla Tav. Ma la questione poteva essere nuovamente affrontata, probabilmente a settembre, dal Parlamento. E lì lo scontro si sarebbe potuto acuire, mettendo anche in seria difficoltà la stabilità della maggioranza. Si tratta di uno scenario che sarebbe stato tutto da esplorare e che difficilmente è prevedibile oggi: sia perché le mozioni no-Tav sono state bocciate, sia perché è difficile capire da ora quali sarebbero potuti essere i prossimi passi, al di là delle inevitabili polemiche politiche e degli scontri tra Lega e M5s.

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