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Renzi attacca ancora Conte: “È senza coraggio e teme il voto, lui vive di like”

Secondo Renzi il rifiuto di Conte di candidarsi alle suppletive a Roma è sintomo di “mancanza di coraggio”, perché “vive di like, ma teme il voto”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Matteo Renzi attacca Giuseppe Conte, ma non è una novità. Il leader di Italia Viva commenta, in un'intervista alla Stampa di oggi, la decisione del presidente del Movimento 5 Stelle di non correre per le suppletive a Roma. Il posto lasciato libero in Parlamento è quello di Roberto Gualtieri, eletto sindaco della Capitale, che lì vinse nel 2020 con il 62% dei voti, sempre alle suppletive. Si tratta di una roccaforte del Pd, che Letta avrebbe voluto regalare a Conte per accoglierlo in Parlamento fino alla fine della legislatura. Niente da fare, Conte rifiuta. E Renzi attacca: "Conoscendo la sua proverbiale mancanza di coraggio non ho mai avuto dubbi" che non avrebbe accettato. "È un uomo che vive di sondaggi, ma che ha un terrore senza fine di misurarsi con i cittadini – insiste – Vive di like, ma teme il voto".

Il leader di Italia Viva ci va giù duro, ma la maggior parte dei suoi messaggi sono diretti al Partito Democratico: "Speriamo torni il buonsenso, non devono inseguire i grillini ma fare politica – chiosa Renzi – Il Pd dovrebbe provare a vincere le elezioni prendendo la guida del polo riformista, oggi mi pare che stiano rincorrendo le stelle cadenti del grillismo". E ancora: "Loro vedono i sondaggi sulla popolarità di Conte e si emozionano – insiste – quando si voterà, vedremo quanto queste emozioni si trasformeranno in voti". La stessa scelta "di tirar fuori la candidatura di Conte dimostra che sono confusi, ma ce ne eravamo accorti sulla legge Zan".

Prima delle prossime elezioni politiche, per le quali Renzi sta costruendo un polo di centro, c'è la corsa al Quirinale: "Sul Colle io sono per dialogare da Meloni e Salvini, fino ai grillini dissidenti", perché "l'arbitro si sceglie insieme", spiega il segretario di Italia Viva. Poi sostiene che praticamente tutti i leader politici, tranne lui, vogliono andare alle elezioni nel 2022 e che questo rischio effettivamente c'è. E sulle conferenze in Arabia Saudita si difende ancora: "Tutto assolutamente normale e solo in Italia si fa polemica per questo. In America, ad esempio, è la regola".

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