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L’ultimatum di Conte a Renzi: “Non sto sereno, smettila o il governo cade”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lancia una sorta di ultimatum nei confronti del leader di Italia Viva, Matteo Renzi: “Se uno ha bisogno di rimarcare uno spazio politico ci precluderà di poter andare avanti. È inaccettabile”. Per questo motivo Conte, riferendosi al senatore di Iv, afferma di non poter stare sereno.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lancia un chiaro avvertimento nei confronti di Matteo Renzi e di tutta la maggioranza. Tanto da definire “inaccettabile” la volontà del leader di Italia Viva di rivendicare alcune misure. “Come posso stare sereno? So di dover rispondere a 61 milioni di cittadini che hanno urgenza”, risponde Conte in un’intervista al Corriere della Sera sulla tenuta del governo dopo le ultime uscite – con critiche per nulla velate – di Renzi. “Non abbiamo bisogno di fenomeni. Non si rivendicano primati che io non riconosco a nessuno, neppure alle forze politiche che hanno maggiore consistenza numerica”. Per il presidente del Consiglio bisogna “lavorare tutti in un clima proficuo e con spirito di squadra”. Eppure forse questo non sta succedendo, con Renzi che rivendica lo stop all’aumento dell’Iva: “Se uno ha bisogno di rimarcare uno spazio politico e ogni giorno ripropone questa logica, questo ci precluderà di poter andare avanti. È inaccettabile”.

Per Conte l’opzione di un ritorno al voto non è percorribile in nessun modo: “Siamo partiti adesso. C’è un mondo che aspetta, lì fuori. Avete sentito cosa chiedono i cittadini? Vogliono la soluzione ai loro problemi. Ogni volta che li incontro sono affettuosi, sono carini. C’è una investitura anche affettiva della gente. Le persone vogliono credere. Vogliono una squadra di governo che lavori per loro, non per se stessi”. Il presidente del Consiglio risponde anche all’ipotesi lanciata ieri da uno dei suoi predecessori, Enrico Letta, di stringere un patto con Renzi per arginarlo: “Io non devo fare un patto singolo con Renzi, non è nella mia cultura. Non abbiamo bisogno né di crostate, né di merendine, ci possiamo vedere tranquillamente, ma non davanti a qualche caminetto. Come ho incontrato Zingaretti, non ho difficoltà a incontrare Renzi da leader di una forza politica. Ma al tavolo io parlo con i ministri e i capidelegazione, perché quella è la mia squadra”.

C’è poi l’interrogazione della Lega su di sé, che non preoccupa però Conte: “E di che parliamo? Di una questione di quando ero bambino, affrontata da tutti i giornali? Mi auguro che Salvini, invece di dilettarsi andando a recuperare questioni superate, faccia opposizione offrendo proposte credibili e non annunciando la flat tax al 15% per tutti, oppure una manovra da 100 miliardi”. Sul caso dei contatti con gli Usa il presidente del Consiglio mostra di non essere preoccupato: “Io sono responsabile per legge dei servizi. Se una questione monta giornalisticamente, non vado in pubblico a rilanciare interviste, vado prima al Copasir”, afferma spiegando perché non ne sta parlando pubblicamente. Assicurando, inoltre, che presto andrà a parlare al Copasir: “Non è stata commessa alcuna anomalia. Si sta speculando ingiustamente”. Infine, una replica alle accuse di Salvini: “È una cosa gravissima anche solo pensare che il premier faccia uso personale dei servizi. Chi ha usato quel linguaggio ha rivelato quale deformazione politica abbia in testa per quanto riguarda le attività di intelligence”.

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