365 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Manovra, Renzi piccona il governo: “Per taglio del cuneo fiscale quest’anno solo spiccioli”

In una lettera pubblicata sul Corriere della Sera il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, va all’attacco del governo sulla prossima legge di Bilancio: “Se tornassimo a spendere per beni e servizi quello che spendevamo con il nostro governo avremmo magicamente servita sul piatto una cifra per il cuneo fiscale degna di questo nome. Non gli spiccioli proposti quest’anno”.
A cura di Stefano Rizzuti
365 CONDIVISIONI
Immagine

Con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, il senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi, cerca di definire le priorità che, a suo parere, deve avere la prossima legge di Bilancio. Renzi lo fa, però, non risparmiando attacchi – neanche tanto velati – alla maggioranza e ai componenti del governo. Tanto da definire le risorse che verranno impiegate per il taglio del cuneo fiscale come gli “spiccioli proposti quest’anno”. Renzi definisce i punti che devono essere affrontati al più presto, a partire da una diminuzione delle tasse sul lavoro: “Tutti possono permettersi di dire che va abbassato il cuneo fiscale. Ma pochi, pochissimi, possono dire di averlo fatto davvero. Perché con le parole sono bravi tutti, ma quando si tratta di passare ai fatti le cose cambiano. Il governo che ho avuto l’onore di presiedere costituisce una felice eccezione. Nel triennio 2015-2017, figlio delle nostre leggi di bilancio 2014-2016, la riduzione del cuneo è stata di oltre 22 miliardi di euro l’anno comprensiva dell’operazione 80 euro, dell’Irap costo del lavoro e della decontribuzione prevista dal Jobs act. Ventidue miliardi, non spiccioli”, afferma tirando in mezzo anche il bonus degli 80 euro.

Per diminuire il cuneo fiscale, però, secondo Renzi, “non è pensabile aumentare l’Iva: aumentare l’Iva per 7 miliardi in cambio di una riduzione del cuneo fiscale per 2.5 miliardi di euro non è un affare: è un autogol. E bene hanno fatto i nostri rappresentanti a opporsi con tutte le loro forze”. Il leader di Italia Viva sottolinea che la prima battaglia del suo partito è stata proprio quella contro l’aumento dell’Iva: “Ed è stata una battaglia vinta grazie all’ottimo lavoro di Teresa Bellanova e Luigi Marattin e al supporto di molte associazioni di categoria. Aumentare l’Iva oggi sarebbe stata una follia, sia sul piano politico regalando un immeritato assist al senatore Salvini, sia sul piano economico colpendo i consumi”.

La priorità è la crescita, “dopo la devastante fase negativa del governo populista”. E per ottenerla Renzi chiede di sbloccare “il pacchetto da 36 miliardi di euro di investimenti pubblici tenuto fermo dai lacci della burocrazia e dell’inconcludenza politica”. Poi bisogna intervenire sul piano della spesa, con due priorità individuate da Renzi: “La prima è la spesa per beni e servizi. Nel triennio del nostro governo, lo stanziamento per beni e servizi si è attestato tra i 134 e 136 miliardi di euro. Nei tre anni successivi la voce di spesa per beni e servizi schizza rispettivamente a 140, 146, 150 miliardi di euro. L’aumento della spesa per beni e servizi da quando noi abbiamo lasciato Palazzo Chigi è ingiustificabile anche alla luce dell’ottimo lavoro fatto dall’onorevole Gutgeld: perché nessuno si domanda come mai la spesa per beni e servizi sia cresciuta di quasi un punto percentuale di Pil? Se tornassimo a spendere per beni e servizi quello che spendevamo con il nostro governo avremmo magicamente servita sul piatto una cifra per il cuneo fiscale degna di questo nome. Non gli spiccioli proposti quest’anno”.

La seconda proposta di Renzi riguarda il debito:

Dopo la tempesta salviniana l’Italia ha bisogno di quiete, di una pax romana che metta in sicurezza un Paese oberato da un debito monstre. Oggi gli interessi sul debito sono bassi, molto bassi. Ma nel resto d’Europa sono addirittura negativi. Il che costituisce una ghiotta occasione. Va rimodulato il debito, non le aliquote Iva. E rimodulare il nostro debito significa cogliere l’occasione dei tassi bassi per allungare la scadenza spendendo meno e mettendo in sicurezza il Paese per un paio di decenni. È un’occasione che capita adesso e che non ricapiterà a lungo. Conoscendo l’intelligenza e la sensibilità del ministro Gualtieri sono certo che saprà cogliere al volo questa occasione, non solo per risparmiare ogni anno almeno mezzo punto di Pil ma anche per dare tranquillità a tutte le istituzioni del Paese. Italia viva propone soluzioni serie, non pasticci o giochi delle tre carte. Perché, caro direttore, questi temi non vanno di moda e tutti giocano a chi la spara più grossa, ma la vera rivoluzione è spendere meno in beni e servizi, è rimodulare il debito, è abbassare davvero le tasse. Noi che lo abbiamo fatto in passato siamo pronti a dare il nostro contributo. Senza ansia di visibilità, ma pronti al confronto con tutti in sede accademica, mediatica, culturale. E soprattutto in sede politica. Perché per sconfiggere il populismo, ci vuole la politica. Non gli slogan o i giochi delle tre carte.

365 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views