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Taglio del cuneo fiscale, cosa cambia in busta paga nel 2020

Il taglio del cuneo fiscale è uno dei punti principali della nuova legge di Bilancio: il governo stanzierà 2,7 miliardi per il 2020, che diventeranno 5,4 nel 2021. Per il primo anno di applicazione, quindi, le risorse saranno poche e porteranno a un aumento del netto in busta paga (si ipotizza fino a 1.500 euro annui) solo a partire da luglio.
A cura di Stefano Rizzuti
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Uno dei punti cruciali della prossima legge di Bilancio sarà il taglio del cuneo fiscale. Lo ha annunciato nelle scorse settimane il governo, lo ha confermato la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza varata dal Consiglio dei ministri. Si tratta di una riduzione delle tasse sul lavoro che permetterà ai dipendenti di vedere crescere il netto della propria busta paga. Verrà applicato, probabilmente, solo sotto una certa soglia di reddito e andrà ad affiancare un’altra misura che riguarda lo stesso tipo di lavoratori: il bonus degli 80 euro introdotto dal governo guidato da Matteo Renzi.

Il taglio del cuneo fiscale dovrebbe essere, per il 2020, solo parziale. Le risorse necessarie per ottenere l’obiettivo voluto dall’esecutivo sono difficili da reperire, almeno per ora: la priorità è scongiurare l’aumento dell’Iva, per cui servono più di 23 miliardi. Così, come ricorda Il Sole 24 Ore, l’impegno per il 2020 per il taglio del cuneo fiscale è di 2,7 miliardi, corrispondenti a 0,15 punti percentuali del Pil. Una cifra che salirà nel 2021: i miliardi da investire diventeranno 5,4, corrispondenti allo 0,3% del Pil. È sempre Il Sole a spiegare che la misura partirà comunque solo da luglio, proprio per permettere all’esecutivo di mettere sul tavolo meno risorse per il 2020.

Come funziona e chi riguarda il taglio del cuneo fiscale

L’abbattimento delle tasse sul lavoro riguarderà i dipendenti che guadagnano fino a un massimo di 26mila euro annui. Per la sua applicazione il governo varerà un apposito disegno di legge che stabilirà le modalità e l’erogazione di questa misura. Le ipotesi al momento allo studio sono due. La prima è il credito d’imposta. In questo caso si tratterebbe, quindi, di un vantaggio fiscale che verrebbe erogato tutto in unico mese, presumibilmente a luglio. Il beneficio corrisponderebbe a 1.500 euro l’anno, secondo Il Sole 24 Ore. E avrebbe un impatto progressivo in base alle fasce di reddito. La seconda ipotesi è quella della detrazione: così la cifra verrebbe aggiunta ogni mese nella busta paga del lavoratore.

Cosa cambia in busta paga

Su quali effettivamente saranno le entrate maggiori nelle buste paghe dei lavoratori ci sono ancora molti dubbi. E i calcoli forniti finora sono in parte discordanti. C’è chi parla di 1.500 euro annui, una cifra realizzabile, comunque, quando la misura entrerà a regime, per cui non prima del 2021. Per il 2020 si dovrebbe quindi ipotizzare un impatto dimezzato: circa 750 euro. Il Corriere della Sera, invece, parla di 20 euro netti a testa in busta paga ogni mese. Il totale sarebbe quindi di 240 euro. Poi interviene anche il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, a tentare di fare chiarezza. Negli studi di Agorà, la trasmissione di Rai 3, Misiani precisa che ancora non è stata definita la cifra ma la sua ipotesi è che si aggiri attorno ai 500 euro annui a testa: “Il taglio del cuneo fiscale porterà più soldi al lavoratore dipendente. Se lo estendiamo alla platea degli 80 euro questi avranno 500 euro in più all'anno”. E proprio quest'ultima – 500 euro annui – sembra essere la cifra più credibile, stando alle prime stime ancora tutt'altro che definitive.

Cos'è il cuneo fiscale

Il cuneo fiscale che il governo vorrebbe diminuire per alcuni lavoratori consiste nella somma di tutte le imposte che pesano sul costo del lavoro. Vale, quindi, sia per l’azienda che per i dipendenti o i lavoratori autonomi (noi coinvolti, però, nel taglio allo studio del governo). Le imposte che rientrano nel cuneo fiscale sono sia quelle dirette che quelle indirette, così come quelle pagate per i contributi previdenziali. In sostanza con il cuneo fiscale si intende qual è la differenza tra quanto costa un lavoratore all’azienda e quanto vede entrare, di netto, il dipendente nella sua busta paga mensile.

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