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Fondi Lega, Cassazione conferma: niente processo per Umberto Bossi, condannato Belsito

La Cassazione ha confermato le decisioni della Corte d’appello di Milano in merito al processo per i fondi della Lega: non luogo a procedere per Umberto Bossi e per suo figlio Renzo e condanna a un anno e otto mesi per l’ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito. Per Bossi e suo figlio, quindi, non si terrà un nuovo processo.
A cura di Stefano Rizzuti
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La Cassazione conferma le precedenti sentenze sul caso dei fondi della Lega: non luogo a procedere nei confronti di Umberto Bossi e di suo figlio Renzo e condanna a un anno e otto mesi per Francesco Belsito. La Cassazione, dunque, ha in primis confermato il non luogo a procedere per mancanza di querela nei confronti dell’ex leader leghista, Umberto Bossi, così come per suo figlio Renzo. Il processo in causa è quello per appropriazione indebita di fondi del Carroccio, con riferimento al filone milanese dell’inchiesta. Per Bossi e per suo figlio, quindi, non ci sarà alcun nuovo processo: è stato respinto il ricorso della procura di Milano che chiedeva di estendere ai due Bossi la querela presentata dal leader della Lega, Matteo Salvini, nei confronti solamente dell’ex tesoriere Belsito, accusato di appropriazione indebita per la vicenda riguardante la truffa elettorale. La mossa di Salvini, dunque, è andata in porto e non querelando Bossi e suo figlio è riuscito a risparmiargli il processo.

Fondi Lega, confermata la condanna a Belsito

La seconda sezione penale della Cassazione, inoltre, ha confermato la condanna a un anno e otto mesi, con pena sospesa, per appropriazione indebita a carico dell’ex tesoriere del Carroccio Belsito: la sentenza di oggi conferma quella della Corte d’appello di Milano. La condanna di Belsito nell’ambito del filone milanese del procedimento riguardante i fondi che il Carroccio avrebbe usato in maniera illegittima era stata comminata a Milano il 23 gennaio. Oggi è stato respinto il ricorso di Belsito. Alessandro Sammarco, legale dell'ex tesoriere del Carroccio, commenta: "Lo avevamo immaginato perché la Corte non aveva consentito alla difesa di usufruire dei tempi adatti previsti dalla legge per lo studio della documentazione del processo. Era questo il motivo della ricusazione di Belsito".

La richiesta di ricusazione avanzata a luglio dai legali di Belsito è stata dichiarata inammissibile dal collegio della seconda sezione penale della Cassazione. I giudici si sono quindi riuniti in Camera di consiglio e hanno poi deciso di non accogliere il ricorso presentato dall’ex tesoriere del Carroccio. L’altro filone dell’inchiesta sui rimborsi elettorali della Lega si è tenuto a Genova e si è concluso con la sentenza della Cassazione del 6 agosto: i giudici hanno deciso che i reati di Umberto Bossi e Francesco Belsito sono considerati prescritti. In quel caso, quindi, erano state annullate le condanne e le confische personali per entrambi, ma era stata confermata la confisca dei 49 milioni della Lega.

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