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Lettera di Tria a Commissione Ue, Procura di Roma apre un’inchiesta per violazione segreto d’ufficio

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione alla denuncia depositata dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, dopo la divulgazione di una bozza di risposta alla Commissione Ue, che conteneva tagli al welfare, e in particolare al reddito di cittadinanza e quota 100. Il procedimento è al momento contro ignoti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo il giallo della presunta lettera di risposta del ministero dell'Economia, che ha cominciato a circolare nella giornata di venerdì, e che ha gettato nel caos il governo, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione alla denuncia depositata dal ministro Giovanni Tria. Il procedimento è al momento contro ignoti: nella denuncia si ipotizzavano i reati divulgazione di atti secretati e violazione di segreto d'ufficio. La bozza diffusa il 31 maggio conteneva le risposte alle richieste di spiegazioni da parte della Commissione europea sull'evoluzione del debito italiano nel 2018.

Da Palazzo Chigi è stata subito sottolineata la gravità del fatto: "È bene rimarcare la gravità della diffusione di testi, peraltro in versioni non corrispondenti a quelle su cui il ministro Tria e il presidente Conte stanno lavorando". Il documento, da cui hanno preso subito le distanze il premier e il titolare del Mef, ha fatto infuriare il M5S e il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio. A preoccupare il capo politico del Movimento era soprattutto questo passaggio: "Il Governo sta avviando una nuova revisione della spesa e riteniamo che sarà possibile ridurre le proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022". A quali politiche si riferiva? In un altro punto veniva spiegato che si trattava di tagli al reddito di cittadinanza e quota 100. Per di Maio simili tagli sarebbero stati come "sforbiciate lacrime e sangue", e ha posto subito un veto: "Un altro governo Monti anche no, ne abbiamo avuto abbastanza!". 

Poco dopo Tria e Conte hanno smentito le indiscrezioni di stampa, chiarendo che la versione ufficiale non era stata nemmeno sottoposta al presidente del Consiglio. Ma nel M5S è rimasto un palpabile malumore: "Resta da capire a chi sia venuta in mente questa bizzarra idea circolata nelle bozze e se quel passaggio sia stato concordato, politicamente, con qualcuno. Sicuramente non con il MoVimento 5 Stelle", ha continuato Di Maio. In serata una nota del sottosegretario Laura Castelli ha gettato altre ombre sull'esecutivo: "Mi sorprende la smentita del Ministro Tria sulla versione della lettera pubblicata dagli organi di informazione. Nel pomeriggio anche io ho visto una bozza della lettera che girava con quei contenuti e purtroppo quel passaggio sul taglio al welfare c'era ancora". Solo la versione definitiva, diffusa dal Mef quando ormai erano passate le 23, è riuscita a distendere momentaneamente gli animi: nella missiva inviata alla Commissione Ue, accompagnata da un documento di 58 pagine, sono stati eliminati i riferimenti al reddito di cittadinanza e a quota 100. La risposta dell'Europa è attesa per mercoledì.

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