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Tensioni Italia-Ue, la manovra correttiva è ormai inevitabile: ma da dove arriveranno i fondi?

Tra qualche giorno Bruxelles risponderà alla replica di Giovanni Tria e potrebbe avviare una procedura di infrazione per lo Stato italiano. Una manovra correttiva sembra ormai inevitabile, e il governo dovrà trovare circa 35 miliardi di euro per il prossimo autunno. Da dove potrebbero arrivare questi fondi?
A cura di Annalisa Girardi
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Nella risposta alla lettera della Commissione europea in cui venivano richiesti chiarimenti circa l'aumento del debito pubblico, il ministro dell'Economia Giovanni Tria non ha fatto allusione ad un raddrizzamento del bilancio italiano attraverso dei tagli al welfare, precisamente reddito di cittadinanza e quota 100. Tuttavia, una manovra correttiva è ormai inevitabile per cui, anche se non sarà il welfare, il governo dovrà cercare altri pozzi da cui attingere fondi per aggiustare i conti pubblici. La replica di Tria a Bruxelles contiene qualche anticipazione sul lavoro che i tecnici di via XX Settembre dovranno fare in previsione di una manovra autunnale da decine di miliardi di euro.

Se nella lettera del Mef vengono salvati reddito di cittadinanza e quota 100, c'è invece un riferimento alla flat tax, "nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo", che però si sottolinea "sarà minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni" in quanto "l'andamento dell'economia e il gettito fiscale hanno finora superato le previsioni del Programma di stabilità". In vista della legge di Bilancio 2020, si legge ancora nel documento, "il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie" per "riportare il rapporto debito/Pil su un percorso chiaramente discendente".

Manovra correttiva, un'operazione da 35 miliardi di euro

La flat tax e altre misure che comportano un esborso per il bilancio italiano dovranno quindi essere messe in secondo piano: bisognerà prima trovare i fondi per la manovra che quest'autunno non potrà più essere rimandata. Si tratta di un'operazione da circa 35 miliardi di euro, soldi che dovranno essere trovati per recuperare le mancate correzioni al deficit degli ultimi anni, per far fronte all'aumento di Iva e accise, già messo in conto, e per sostenere le cosiddette spese indifferibili, le uscite obbligatorie in ogni manovra economica che ammontano circa a 3-4 miliardi. Per evitare di alzare Iva e accise, bisognerà trovare coperture aggiuntive per circa 23 miliardi e mezzo di euro, a cui vanno aggiunti altri 12 miliardi per rimediare il minimo indispensabile ad ulteriori sfasamenti del deficit. Da dove saranno ripescati questi fondi?

Manovra correttiva: da dove arriveranno i fondi?

Una parte, anche se ridotta, potrebbe arrivare dall'abolizione del bonus di 80 euro voluto da Matteo Renzi durante il suo governo, che passerebbe da spesa a detrazione fissa per l'esecutivo. In realtà questo capitale, corrispondente a circa 4-5 miliardi, sarebbe già dovuto funzionare come ipoteca per avviare la flat tax. In generale, i tecnici del ministero, starebbero ridisegnando tutto lo schema di agevolazioni e sconti fiscali in modo da eliminare tutte quelle misure ormai datate oppure ritenute inutili per fare spazio al provvedimento della Lega. Tra le altre proposte in questo senso, come segnala il Sole24Ore, ci sarebbe quella di tagliare le deduzioni per i redditi al di sopra di un tetto limite stabilito, così come quella di ricorrere a franchigie o di ripensare i tetti per le detrazioni.

Inoltre, sempre a quanto riportato dal quotidiano di Confindustria, nella prossima legge di Bilancio dovrebbero esserci altri 3-4 miliardi disponibili: infatti si prevede uno stanziamento di fondi minore per reddito di cittadinanza e quota 100, che andrebbero quindi a beneficio del bilancio pubblico. Una cifra simile dovrebbe inoltre arrivare dalla revisione della spesa comprimibile, secondo quanto si legge dalla lettera di Tria a Bruxelles. Al Def (Documento di economia e finanza) 2019 è poi stato allegato un Programma nazionale di riforma (Pnr) per cui ci sarebbero 2 miliardi fissati come quota di risparmio realizzabile con la spending review del prossimo anno. Secondo i tecnici del Mef, a questi risparmi potrebbero aggiungersene di ulteriori. Un'altra riserva da cui attingere sarebbe anche rappresentata dalla crescita delle entrate fiscali, alimentata dalla lotta all'evasione. In altre parole, le misure di contrasto all'evasione fiscale del governo sarebbero riuscite a spingere più cittadini a pagare le tasse, il che significa maggiori entrate per il governo e sollievo per il deficit italiano.

Le prossime tappe del bilancio

Bisognerà però aspettare i prossimi mesi per capire in che termini si scioglierà la questione. Il prossimo 5 giugno, intanto si attende la pubblicazione del rapporto dell'Ue sul debito italiano, a cui potrebbe seguire l'avvio di una procedura di infrazione. In tal caso, la settimana successiva i ministri economici comunitari potrebbero incontrarsi per discutere la decisione della Commissione. A fine mese anche i capi di Stato dei vari Paesi membri potrebbero esprimersi sulla situazione, mentre a inizio luglio dovrebbe arrivare la decisione di conferma o meno dei ministri Ue sulla procedura che farebbe scattare una sanzione per l'Italia.

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