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Terremoto, Consiglio dei ministri approva il decreto: stato d’emergenza prorogato al 2020

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto sul terremoto del Centro Italia. Con questo provvedimento si prevede la proroga fino al 31 dicembre 2020 dello stato d’emergenza per i territorio di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo colpiti dal sisma. Novità anche per la ricostruzione privata e lo smaltimento delle macerie.
A cura di Stefano Rizzuti
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Giuseppe Conte visita le zone colpite dal terremoto del Centro Italia. Foto: LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili
Giuseppe Conte visita le zone colpite dal terremoto del Centro Italia. Foto: LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto sul terremoto del Centro Italia durante la riunione che si è tenuta nella notte. Un Cdm che ha seguito il vertice di maggioranza in cui è stato trovato l’accordo sulla legge di Bilancio. Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che introduce ulteriori interventi urgenti per l’accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nelle zone colpite dal sisma del Centro Italia. Come si legge nel comunicato stampa diramato da Palazzo Chigi, il decreto approvato su proposta del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, prevede anche la proroga fino al 31 dicembre 2020 dello stato d’emergenza dichiarato in seguito al terremoto in alcuni territori di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo.

Il provvedimento a cui il Cdm ha dato il via libera prevede, su richiesta dei territori interessati, anche la riduzione del 60% degli importi da restituire per la cosiddetta busta paga pesante: si tratta, in sostanza, del taglio degli oneri fiscali, previdenziali e assistenziali che erano stati sospesi dall’agosto del 2016 fino alla fine del 2017 e che non dovranno essere restituiti in maniera integrale, ma solamente per il 40%.

Per la ricostruzione privata è prevista una procedura accelerata per l’avvio dei lavori basata semplicemente sulla certificazione redatta dai professionisti. Il controllo non sarà più a monte su tutti i richiedenti, come avviene attualmente, ma solo su un campione del 20% del totale. Rimangono, invece, i controlli a campione effettuati a valle che vengono previsti già oggi per legge. Nel decreto ci sono anche misure per agevolare l’approvazione dei progetti per la ricostruzione, con un sistema di procedure per la copertura delle anticipazioni ai tecnici e ai professionisti del 50% dei loro onorari alla presentazione del progetto, prevedendo inoltre che per questi anticipi non venga richiesta alcuna garanzia. Per quanto riguarda la ricostruzione degli edifici pubblici, invece, la priorità andrà alle scuole che, nel caso in cui si trovino nel centro storico, dovranno essere ricostruite esattamente nello stesso luogo, salvo impedimenti oggettivi.

Per quanto riguarda lo smaltimento delle macerie, ci sarà l’obbligo di aggiornamento da parte delle Regioni del piano per la gestione delle macerie e dei rifiuti, che andrà effettuato entro il 31 dicembre 2019 per individuare nuovi siti di stoccaggio temporaneo. Se non dovesse essere effettuato l’aggiornamento sarà il commissario straordinario ad occuparsene. Il decreto prevede anche misure contro lo spopolamento per incentivare gli imprenditori a non abbandonare i territori: tra questi il bonus Resto al Sud che viene esteso a tutti i comuni del cratere.

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