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Scissione Pd, Zingaretti: “Mi aspettavo addio di Renzi, non ho mai compreso suo atteggiamento”

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, non si dice sorpreso per l’addio di Matteo Renzi al partito: “Io un po’ me lo aspettavo per l’atteggiamento di vicinanza ma non partecipazione alla vita del partito che non ho mai compreso fino in fondo”. Zingaretti ha ora un obiettivo: “Portare nel futuro il Pd”.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’addio di Matteo Renzi e la scissione del Pd non sono, per il segretario dem Nicola Zingaretti, una sorpresa: “Io un po’ me lo aspettavo per l’atteggiamento di vicinanza ma non partecipazione alla vita del partito che non ho mai compreso fino in fondo”. “Mi dispiace”, afferma Zingaretti in un’intervista al Corriere della Sera, “e penso che sia un errore dividere il Pd, ma al tempo stesso credo che ora il nostro compito sia molto chiaro: è quello di portare nel futuro il Pd. Anzi, meglio, il Pd che può ricostruire una speranza per l’Italia”.

Il nuovo Pd deve ripartire dalla “svolta annunciata che l’Italia si aspettava”, rilanciando l’economia e promuovendo la rivoluzione verde. Per farlo serve fornire una “soluzione positiva e non effimera o sbagliata come l’odio”. Una “scommessa” per il Pd che deve anche evitare di “commettere l’errore drammatico di chiudersi nella dimensione del governo: dobbiamo tornare a immergerci nella società e a organizzarci in forme nuove. Io garantisco e garantirò che il Pd è e rimarrà il luogo plurale di incontro e sintesi di pensieri diversi: quello della sinistra, quello laico-azionista e il pensiero attualissimo del cattolicesimo democratico, per rappresentare e aiutare l’Italia che soffre e l’Italia che vince”.

L’addio di Renzi potrebbe avere conseguenze sulla tenuta del governo, anche se Zingaretti si augura che non lo destabilizzi: “Faremo di tutto perché non sia così. Certo, è un rischio, perché con una nuova sigla politica cambia il quadro di governo e io mi appello al senso di responsabilità di tutti”. Sul possibile ritorno di alcuni esponenti usciti dal Pd come Speranza e Bersani, Zingaretti non si sofferma: “Questo tema è privo di fondamento. Io mi auguro che tornino i milioni di elettori che abbiamo perso il 4 marzo 2018 e che stanno tornando come abbiamo visto alle ultime europee. Questa storia delle porte girevoli da cui uno entra ed esce è quanto di più lontano dalla realtà e dal futuro del Pd”.

Il segretario dem punta a riformare il partito, con l’obiettivo di aprirsi all’estero ed evitare una “degenerazione correntizia contro la quale combatto da sempre”. La riforma passerà per un nuovo modo di strutturare il partito: “Non ci saranno più solo i circoli: dovremo innestare nel territorio e nella rete forme di partecipazione quotidiana. Rimettere al centro le persone, le loro idee e volontà. La nuova applicazione del partito digitale che presenteremo a fine mese e che permetterà alle persone di incidere nella vita interna del Pd serve proprio a questo”.

Per quanto riguarda l’alleanza con i 5 Stelle alla regionali, Zingaretti ci va cauto: “Noi non dobbiamo catapultare nei territori formule politiche che potrebbero anche provocare crisi di rigetto, però dobbiamo provare, territorio per territorio, a vedere se si riesce a fare una sintesi tra partiti diversi, come eravamo noi e i 5 Stelle fino a poche settimane fa – questo è avvenuto nel governo nazionale – per mettere in campo nuove proposte e una nuova classe dirigente. Non bisogna avere paura di confrontarci: noi possiamo e dobbiamo farlo. Grazie al confronto, infatti, abbiamo rotto la saldatura tra l’elettorato della destra di Salvini e quello del Movimento 5 Stelle in cui convivono pulsioni diverse”. Diverso il discorso per le politiche: “Io credo che uno degli errori del governo gialloverde sia stato quello di mantenere cristallizzate le differenze tra le due forze politiche della maggioranza. Noi ora dobbiamo fare l’opposto. Cioè maturare un processo politico di confronto, di dialogo e di avvicinamento che porti a dei risultati molto concreti. Come è avvenuto adesso. Credo che sia segno di grande maturità non rinunciare alle proprie idee ma al contempo non avere paura di confrontarsi e fare altri passi insieme”.

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