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La ministra Giulia Grillo minaccia: “Se ci saranno nuovi tagli alla sanità mi dimetto”

La ministra della Salute, Giulia Grillo, si dice pronta a dimettersi nel caso in cui ci siano nuovi tagli alla sanità: “Io non parteciperò all’ennesima mannaia sulla sanità pubblica”. Rispondendo a chi le chiede se sarebbe anche pronta a dimettersi, Grillo aggiunge: “Sicuramente sì. Questo lo posso dire con certezza”.
A cura di Stefano Rizzuti
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È un’opposizione decisa quella della ministra della Salute, Giulia Grillo: i fondi per la sanità non si toccano. Tanto che l’esponente del Movimento 5 Stelle si dice pronta a dimettersi nel caso in cui vengano ipotizzati nuovi tagli alla sanità: “Io non parteciperò all’ennesima mannaia sulla sanità pubblica”, afferma a margine di un evento a Roma. A chi le chiede se voglia davvero dimettersi, Grillo risponde: “Sulla questione dei tagli sicuramente sì. Questo lo posso dire con certezza”. La questione nasce dal nuovo Patto per la salute, in cui è prevista una clausola che vincola il previsto aumento del fondo per la sanità alle condizioni della finanza pubblica.

È la stessa Grillo a spiegare: “È un canovaccio che fa parte del testo del vecchio Patto per la salute e deve politicamente avere ancora tutte le valutazioni. Sulla questione dei tagli, sicuramente se si dovesse ipotizzare che si vuole attingere dalla sanità, io non parteciperò all'ennesima mannaia sulla sanità pubblica. Sono state assemblate alcune idee e per questo organizzerò una giornata per avere un confronto. La clausola l'hanno voluta dal Mef e non mi trova d'accordo, come ho già detto. Ritengo che la sanità abbia già contribuito alla finanza pubblica, non capisco cosa ancora dobbiamo tagliare: non abbiano più soldi”.

La ministra ricorda anche che “la spesa farmaceutica è pari a 22 miliardi di euro anni a livello pubblico, con altri 8 miliardi di spesa privata. Per i farmaci innovativi spendiamo 500 milioni di euro l'anno, poi dipende dal farmaco, ma ci sono terapie che costano fino a centinaia di migliaia di euro a paziente. In condizioni di risorse limitate i Paesi non possono non chiedersi come pagare in futuro le nuove terapie innovative, ma anche i dispositivi medici. Questo soprattutto in un paese dove c'è universalismo sanitario”. Quindi, “il tema dei farmaci lo abbiamo posto anche nell'agenda internazionale, perché è veramente serio. Non dico che dobbiamo preoccuparci, ma bisogna pensare a un approccio razionale alla materia. Abbiamo proposto alla comunità internazionale una risoluzione per la trasparenza su come si crea il prezzo di un medicinale, in modo da avere strategie globali per affrontare interlocutori che già usano strategie internazionali, come le aziende. Nel costruire questo percorso un tassello importante sarà questa risoluzione”.

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