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Il governo vuole estendere l’utilizzo del green pass per convincere tutti a vaccinarsi

La ministra Gelmini apre all’ipotesi di utilizzare in modo più ampio il green pass, ma senza guardare agli altri Paesi e al modello francese. La “via italiana” proposta dalla ministra comporta una valutazione da parte del governo “di estendere l’utilizzo del green pass ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni”. Duro Salvini dopo l’incontro con Draghi: “Non devi tirare fuori la siringa o un tampone per andarti a bere un cappuccino o mangiare una pizza”. I presidenti delle Regioni chiedono chiarezza al governo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il governo sta riflettendo sull'utilizzo del green pass. Si parla tanto di modello francese, ovvero richiedere la certificazione verde anche per entrare al ristorante, al bar, al cinema o salire sul treno. Il governo e Mario Draghi ci pensano, perché la variante Delta fa paura e le previsioni degli esperti dicono che presto sarà prevalente anche in Italia. La ministra per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, ha aperto all'ipotesi di una revisione dell'uso del green pass: "In Italia abbiamo raggiunto un risultato molto importante, stiamo confermando le 500mila vaccinazioni ogni giorno, anzi le abbiamo tendenzialmente superate e questo è un fatto positivo – ha spiegato – Però sicuramente la variante Delta ci preoccupa e quindi credo che si debba trovare una via italiana all'utilizzo ampio del Green pass". La ministra forzista, intervenuta a margine di un incontro al Parlamento europeo, ha aggiunto che "su questo non inseguiamo modelli stranieri, ma certamente il governo valuterà di estendere l'utilizzo del green pass ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni".

Intanto Matteo Salvini, che ha incontrato Draghi in mattinata, esclude categoricamente l'idea: "Ne abbiamo parlato ma non metto in bocca opinioni al presidente – ha spiegato uscendo da Palazzo Chigi – Diciamo che le scelte estreme non piacciono né a me né a Draghi, noi non siamo per gli estremismi". Il modello francese "non è un modello, è fuori discussione". Il segretario della Lega ha precisato che "ovviamente bisogna continuare con il rispetto delle regole per situazioni di grande assembramento", poi ha rincarato la dose: "Nessun modello francese, non devi tirare fuori la siringa o un tampone per andarti a bere un cappuccino o mangiare una pizza". Certo "se ci sono eventi particolarmente affollati, come lo stadio, ci può essere una richiesta di controlli sacrosanta". Il vaccino contro il Covid "deve essere una scelta consapevole, non un obbligo".

L'ipotesi di inserire un obbligo vaccinale indiretto ha suscitato reazioni diverse da parte dei presidenti delle Regioni. Se ieri sia Toti che Fontana si erano schierati a favore di una revisione del green pass su modello francese, oggi il presidente della Conferenza e del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha chiesto principalmente chiarezza: "Se abbiamo deciso di varare il green pass allora dobbiamo sfruttarlo, anche perché ricordo che, tra l'altro, non viene rilasciato esclusivamente dopo il completamento del ciclo vaccinale, ma anche a fronte della guarigione dal Covid oppure di un tampone negativo", ha spiegato al Messaggero Veneto. "Per questo sostengo che dovremmo sederci tutti assieme, attorno a un tavolo, e decidere come sfruttare al meglio questo strumento, anche se temo che dovremo risolvere i problemi legati alla burocrazia italiana".

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