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Green pass obbligatorio, dove serve e dove no da metà ottobre: lavoro, mezzi, chiesa e negozi

Dal 15 ottobre scatta l’obbligo del green pass sul posto di lavoro. La misura del governo ha già suscitato un’impennata nella prenotazione delle prime dosi di vaccino contro il Covid, ma le nuove regole non sono ancora molto chiare: dai tassisti ai badanti, dai negozi alle chiese. Il green pass servirà solo per i lavoratori e non per i clienti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Da metà ottobre il green pass obbligatorio sarà allargato ad una platea vastissima: i lavoratori. Le persone rimaste escluse dalla misura – a parte gli under 12 – sono una porzione ormai marginale della popolazione. Secondo i calcoli a grandi linee dovrebbero mancare all'appello cinque milioni di green pass in vista del 15 ottobre, quando scatterà l'obbligo per i lavoratori pubblici e privati, tanto che negli ultimi giorni è scattato il boom di prenotazioni della prima dose di vaccino contro il Covid. Insomma, è ricominciata la corsa al vaccino, ma per quanto riguarda il green pass obbligatorio ancora non è così chiaro dove verrà richiesto, chi controllerà e come funzionerà soprattutto per i lavoratori autonomi.

Taxi, negozi, chiesa, mezzi pubblici: come funziona il green pass

A partire dal 15 di ottobre il green pass diventerà obbligatorio per i lavoratori e non per tutta la popolazione. Quindi, in sostanza, la certificazione verde non verrà richiesta per chi usufruisce dei servizi, ma per chi li garantisce. Insomma, nei negozi il commesso deve avere il green pass, il cliente non per forza. Stesso discorso vale per autisti degli autobus e passeggeri: i primi sono obbligati ad averlo, i secondi no. La nuova regola del green pass varrà dal 15 ottobre per tutti i lavoratori, compresi autonomi e partite Iva e non solo dipendenti pubblici e privati. La misura comprende anche i tassisti, per le colf o i badanti. Per entrare in chiesa non è obbligatorio, resta in vigore il distanziamento.

Green pass obbligatorio sul lavoro: chi controlla e cosa si rischia senza

I controlli, per quanto riguarda il green pass obbligatorio sul lavoro, spettano al datore. I pubblici ufficiali, invece, per controllare chi controlla dovranno verificare a campione. Parliamo di una platea di circa 23 milioni di persone, impossibile da controllare quotidianamente. Diverso ancora il discorso per gli autonomi, per i quali non si capisce se garantiscano per se stessi o se il cliente – ad esempio la famiglia per la quale lavora una baby sitter – abbia il dovere di verificare. Il rischio a cui si va incontro è la sospensione dal lavoro e dello stipendio fino al 31 dicembre di quest'anno, quando – per ora – scade lo stato d'emergenza. In ogni caso il lavoratore non potrà essere licenziato.

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