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Elezioni comunali 2022, tutti i comuni al ballottaggio: come si vota il 26 giugno

Domenica 26 giugno si svolgeranno i ballottaggi delle elezioni amministrative 2022: si vota in tredici capoluoghi di provincia, con i seggi aperti dalle 7 alle 23.
A cura di Annalisa Cangemi
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Domenica 26 giugno si vota per i ballottaggi delle elezioni amministrative, che si sono tenute lo scorso 12 giugno. Si torna a votare in quei Comuni che non sono riusciti a eleggere il nuovo sindaco al primo turno, dove cioè nessun candidato ha raggiunto la maggioranza del 50% più uno richiesta. In ogni città quindi si sfideranno i due candidati più votati. Sono 13 i capoluoghi di provincia in cui gli elettori sono chiamati alle urne per la seconda volta: si tratta di Catanzaro, Verona, Lucca, Parma, Piacenza, Viterbo, Frosinone, Alessandria, Cuneo, Monza, Como, Gorizia, Barletta. Tra i principali centri coinvolti in questa tornata elettorale c'erano anche Palermo, L'Aquila e Genova: sono stati eletti al primo turno, nell'ordine, Roberto Lagalla, Pierluigi Biondi e Marco Bucci. I duelli più interessanti riguardano ora Catanzaro, capoluogo di Regione, Verona, Lucca e Parma.

Tommasi e Sboarina i candidati al ballottaggio a Verona

Occhi puntati su Verona domenica prossima, dove a sfidarsi sarà il sindaco uscente Federico Sboarina (32,7% di voti lo scorso 12 giugno) che dovrà vedersela con l'ex centrocampista della Roma, che ha riunito il centrosinistra, Damiano Tommasi, che al primo turno ha ottenuto il 39,8 dei voti. Nella città veneta è in testa quindi la coalizione di centrosinistra, con un distacco di circa 8mila voti.

Sboarina, avvocato classe 1971, corre per un secondo mandato, appoggiato da Lega e Fratelli d’Italia. Un anno fa ha aderito a Fdi e oggi è appoggiato in totale da 6 liste (Veneta Auonomia-Noi con l’Italia, Fratelli d’Italia, Lega Salvini, Sboarina Sindaco Battiti, Verona Domani-Coraggio Italia, Verona al Centro). Sboarina non è sostenuto invece da Forza Italia, che rispetto agli alleati della coalizione di centrodestra aveva optato per Flavio Tosi, già primo cittadino della città per due mandati, dal 2007 al 2017, che da pochi giorni ha aderito al partito di Silvio Berlusconi. Saranno proprio le preferenze raccolte da Tosi a essere determinanti, visto che non c'è stato alcun apparentamento formale tra Sboarina e il candidato degli azzurri (il candidato di Fratelli d'Italia ha respinto l'apparentamento tecnico). Al primo turno Tosi ha avuto il 23,9% dei voti, una percentuale che fa gola a Lega e Fdi. L'ex sindaco aveva dichiarato apertamente che avrebbe votato per Sboarina al ballottaggio, ma non c'è alcuna certezza che l'intero pacchetto di voti confluisca nel centrodestra.

La sorpresa di queste amministrative è stato Damiano Tommasi, per il momento in vantaggio. Il 47enne ex centrocampista della Roma e della Nazionale è riuscito nell'impresa di riunire il centrosinistra. Dopo una vita da calciatore e una carriera da dirigente sportivo (è stato presidente dell’Associazione italiana calciatori e consigliere federale Figc) si è lanciato in quest'avventura politica, appoggiato da 6 liste: Partito Democratico, Damiano Tommasi Sindaco, Azione/Più Europa, Traguardi, In Comune per Verona Sinistra Civica Ecologista, Europa Verde-Demos-Volt. La partita tra i due è considerata fondamentale per stabilire gli equilibri di potere all'interno del centrodestra, soprattutto nell'ottica di un confronto tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. L'affluenza a Verona al primo turno è stata del 55,08%.

Ballottaggio a Catanzaro, chi sono i candidati sindaco

A Catanzaro, capoluogo della Regione Calabria, si assisterà a una sfida tra professori. Valerio Donato, docente di Diritto privato all'università Magna Graecia di Catanzaro, candidato del centrodestra che lo scorso 12 giugno ha portato a casa il 44% dei voti, dovrà vedersela con l'uomo del centrosinistra, Nicola Fiorita, 31,71% delle preferenze, docente di Diritto canonico e Diritto ecclesiastico all'Università della Calabria. In città il centrodestra si è presentato diviso, mentre per il centrosinistra si è sperimentato il campo largo, che Letta invoca a livello nazionale, a trazione Pd-M5S. Qui l'ago della bilancia potrebbero essere gli elettori del civico Antonello Talerico, presidente del Consiglio dell'Ordine, che al primo turno ha avuto il 13,5%. La candidata sindaco di Fratelli d'Italia, la parlamentare Wanda Ferro (9,2% dei voti), che ha corso in autonomia rispetto al resto del centrodestra, in vista dei ballottaggi aveva dichiarato: "Mai con il Pd mai con il M5S". A Catanzaro l'affluenza è stata del al 65,91%.

La sfida per il ballottaggio a Lucca

Una sfida decisiva è anche quella di Lucca, dove ha fatto molto discutere il sostegno di Casapound – che al primo turno appoggiava Fabio Barsanti (9,5%) – e dei No Vax di Andrea Colombini (4,2%), al candidato di centrodestra Marco Pardini, che al primo turno ha ricevuto il 34,3%, con uno scarto di quasi nove punti rispetto al candidato sindaco del centrosinistra, Francesco Raspini, (42,7% delle preferenze).

Il via libera a Casapound ha dato la spinta definitiva a Elio Vito, esponente di Forza Italia, per lasciare il suo partito, rassegnando anche le dimissioni da parlamentare, in polemica con gli azzurri per il disco verde al movimento di estrema destra. "Una cosa molto grave – ha commentato Vito in una lettera inviata al presidente della Camera – L’antifascismo è un valore costitutivo la Repubblica rispetto al quale non vi può essere alcuna deroga". E visto che il candidato di Azione, Alberto Veronesi, aveva dato l'indicazione di apparentarsi con il centrodestra, Carlo Calenda è stato costretto a intervenire per dissociarsi: "Quando si sbaglia è doveroso ammetterlo. Veronesi sembrava una persona seria. Si è dimostrato non solo un incapace, ma anche disposto ad appoggiare la peggior coalizione di destra delle amministrative al secondo turno. Scusateci". A Lucca l'affluenza registrata al primo turno è stata pari al 46,7%.

Elezioni comunali a Parma: Guerra e Vignali al ballottaggio

A Parma è battaglia tra l'ex assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili della giunta Pizzarotti, Michele Guerra, sostenuto da una coalizione ampia di centrosinistra, e l'ex sindaco, Pietro Vignali, che ha ricevuto anche l'appoggio di Fratelli d’Italia (al primo turno il partito di Giorgia Meloni si era presentato con una candidatura autonoma, quella di Priamo Bocchi, 7,5%) e che aveva già ricoperto la carica tra il 2007 e il 2011. Anche qui per la vittoria saranno decisivi i voti del terzo classificato alla prima tornata, il civico Dario Costi, sostenuto anche da Azione, che lo scorso 12 giugno ha avuto il 13,5% dei consensi. La coalizione che sostiene Guerra include anche Effetto Parma, il movimento fondato da Pizzarotti dopo la sua rottura con il Movimento 5 Stelle, che invece nella città non si è presentato. A Parma l'affluenza al primo turno è stata del 51,82%.

Quando e come si vota ai ballottaggi per le comunali 2022

I seggi saranno aperti domenica 26 giugno, dalle ore 7.00 alle ore 23.00. Alla chiusura dei seggi seguiranno immediatamente le operazioni di scrutinio. Nelle schede per i ballottaggi è riportato il nome e il cognome del candidato in corsa per la poltrona di sindaco, riportato all'interno di un rettangolo, sotto il quale sono stati stampati i simboli delle liste collegate. Per esprimere una preferenza basta fare un segno sul rettangolo che riporta il nome del candidato prescelto. In base alla normativa vigente, "dopo il secondo turno è proclamato eletto sindaco il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti validi. In caso di parità di voti è proclamato eletto sindaco il candidato collegato, ai sensi del comma 7, con la lista o il gruppo di liste per l'elezione del consiglio comunale che ha conseguito la maggiore cifra elettorale complessiva. A parità di cifra elettorale, è proclamato eletto sindaco il candidato più anziano d’età".

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