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Bianchi: “Da settembre scuola in presenza ma resta il problema trasporti, pandemia non è finita”

Il ministro dell’Istruzione ha spiegato che il futuro sarà la didattica in presenza, ma che “non bisogna avere paura degli strumenti”. Bianchi ha sottolineato che c’è un grande lavoro in atto per permettere il ritorno a scuola in sicurezza, ma che serve ancora “grande attenzione”, perché “la pandemia non è finita”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Didattica a distanza, didattica in presenza, lavoro, la pandemia. I temi affrontati dai ministri dell'Istruzione del G20 a Catania sono stati riassunti da Patrizio Bianchi nella conferenza stampa finale di oggi: "Dopo il Covid investire in istruzione è lo strumento principale per uscire dalla crisi", ha cominciato il ministro. "È una crisi che era già latente da molto tempo prima, dopo la crisi finanziaria del 2008/2009 sono cresciute molte disuguaglianze sociali e di genere". Oggi il punto chiave è il "recupero delle differenze territoriali". Il valore simbolico di questa riunione "è ancora più forte perché si fa a Catania, con l’abbandono scolastico che in molte zone del Sud arriva al 30%", ha spiegato Bianchi.

Bianchi ha spiegato che ci si è confrontati sulla didattica a distanza e che tutti i Paesi hanno convenuto che "bisogna tornare a scuola tutti insieme, in presenza, ma non bisogna avere paura degli strumenti". La scuola "deve insegnare una capacità critica dell’uso degli strumenti". La didattica a distanza "non sostituisce l’insegnante o la scuola in presenza, ma serve ad allargare i rapporti". Così si può mettere in "contatto continuo" gruppi di studenti "di ogni parte del mondo". C’è la necessità "di formare di più gli insegnanti e andare verso il superamento modelli didattica formale del secolo scorso – ha annunciato il ministro dell'IstruzioneSi è riflettuto anche sulla transizione scuola lavoro, occorre avere molti strumenti per affrontare anche la trasformazione del lavoro".

Il ministro ha spiegato cosa si sta facendo per permettere agli studenti di tornare a scuola in sicurezza l'anno prossimo: "Ci stiamo da tempo organizzando, sono decine di migliaia le persone che stanno lavorando per riportare i ragazzi in presenza – ha annunciato – Serve grande attenzione, la pandemia non è finita". E la cautela deve essere ancora maggiore "soprattutto nelle scuole". Riportare i ragazzi in presenza "anche ampliando gli spazi e articolando le attività didattiche in modo più preciso – ha spiegato il ministro – Insisto sempre sull’avere molta cautela, le cose sono finite quando sono finite".

Bianchi ha rivelato che c'è un dialogo quotidiano e fitto con il Comitato tecnico scientifico e l'autorità sanitaria: "Vi è un problema di sicurezza non solo dentro le scuole, ma anche fuori, c’è il tema dei trasporti e il problema mobilità". Il ministro ha spiegato che il punto centrale è che ci siano "gli stessi livelli di sicurezza dentro la scuola anche intorno alla scuola". Per questo "stiamo andando avanti da febbraio a lavorare per garantire la sicurezza a scuola e fuori dalla scuola, senza trascurare il tema di un’organizzazione della scuola sul territorio, che può essere molto più articolata".

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