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Matteo Salvini dichiara guerra ai giudici che si oppongono a sue direttive: “Dovrebbero astenersi”

Il Viminale e il ministro dell’Interno Matteo Salvini lanciano un elenco dei giudici ‘pro-migranti’ che si oppongono alle direttive su sicurezza e immigrazione e che per questo, secondo il ministero, dovrebbero “astenersi” dal sentenziare su questi temi. Il Viminale dice di essere pronto a rivolgersi all’Avvocatura dello Stato per valutare le loro posizioni.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il Viminale è pronto a rivolgersi all’Avvocatura dello Stato per valutare se alcuni magistrati che hanno emesso delle sentenze avrebbero dovuto astenersi perché le loro posizioni sono considerate contrarie alle politiche del governo. In particolare, per quanto riguarda alcuni temi come sicurezza, accoglienza e migranti. A farlo sapere sono fonti del ministero dell’Interno, in relazione alle sentenze del “Tar di Firenze contro le cosiddette zone rosse”, così come dei “tribunali di Bologna e Firenze a proposito dell'iscrizione anagrafica di alcuni cittadini stranieri”. In particolare il Viminale fa riferimento a idee espresse “pubblicamente” e ad alcuni rapporti di collaborazione o vicinanza con riviste come ‘Diritto, immigrazione e cittadinanza’ o con gli avvocati dell’Asgi, l’Associazione studi giuridici per l’immigrazione.

Il Viminale fa anche nomi e cognomi: si parte da Luciana Breggia, giudice del tribunale di Firenze e relatrice della sentenza che ha escluso il ministero dal giudizio sull’iscrizione all'anagrafe di un migrante. La sua ‘colpa’ sarebbe quella di aver espresso durante alcuni dibattiti pubblici la sua posizione sull’immigrazione, “censurando l’uso della parola clandestini”. Inoltre avrebbe partecipato alla presentazione del libro di un avvocato dell’Asgi, Maurizio Veglio. Ancora, è proprio un altro avvocato dell’Asgi, Noris Morandi, ad aver assistito il cittadino straniero che ha fatto ricorso contro il Viminale e a cui Breggia ha dato ragione.

Altra accusa per Breggia sarebbe quella di essere alla presentazione del libro accanto alla portavoce del progetto Mediterranea e al professore Emilio Santoro, anche lui su posizioni contrastanti con quelle del Viminale. Altra persona chiamata in causa è Rosaria Trizzino, che collabora con la rivista e che ha appena bocciato le zone rosse in qualità di presidente della seconda sezione del Tar della Toscana. Ancora, troviamo Matilde Betti, presidente della prima sezione del tribunale civile di Bologna: il 27 marzo non ha accolto il ricorso proposto dal ministero dell’Interno contro l’iscrizione nel registro anagrafico di due cittadini stranieri. In sostanza, il Viminale riprende quanto affermato da Asgi – in solidarietà proprio a Breggia – secondo cui la magistratura è indipendente. Il ministero dell’Interno chiede quindi ai giudici di valutare se i magistrati di Firenze e Bologna avrebbero dovuto astenersi per le loro posizioni.

Sulle contestazioni mosse dal Viminale ai giudici interviene anche Matteo Salvini: “Non intendiamo controllare nessuno né creare problemi alla magistratura, soprattutto in un momento così particolare e delicato come quello che sta vivendo il Csm. Ma ci facciamo una domanda a nome degli italiani: ci chiediamo, col dovuto rispetto, se alcune iniziative pubbliche, alcune evidenti prese di posizione di certi magistrati siano compatibili con un'equa amministrazione della giustizia. Parliamo di iniziative pubbliche e riportate dai media, come è facilmente verificabile su internet”.

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