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Il ministero della Salute: “No ai sacchetti riutilizzabili, ma i cittadini potranno portarseli da casa”

Il ministero della Salute interviene sulla polemica dei sacchetti a pagamento spiegando che potranno essere utilizzati anche sacchetti per frutta e verdura portati da casa dai clienti, a patto che siano monouso e adatti all’uso alimentare.
A cura di Charlotte Matteini
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Dopo giorni di incessanti polemiche contro la nuova normativa che impone il pagamento dei sacchetti di plastica utilizzati per frutta e verdura, il ministero della Salute è intervenuto spiegando ai cittadini in cosa consiste realmente la decisione di legge e per quale motivo non si potranno usare i sacchetti riutilizzabili: "Non siamo contrari al fatto che il cittadino possa portare i sacchetti da casa, a patto che siano monouso e idonei per gli alimenti", ha sottolineato il segretario generale del dicastero, Giuseppe Ruocco. In sostanza, la norma che prevede il divieto di riutilizzo dei sacchetti per alimenti – e dunque in qualche modo costringe gli acquirenti a comprarne di nuovi a ogni acquista – è stata introdotta per questioni di igiene, per evitare ipotetiche contaminazioni batteriche.

"Il riutilizzo dei sacchetti determinerebbe infatti il rischio di contaminazioni batteriche con situazioni problematiche. Il titolare dell'esercizio commerciale avrebbe ovviamente la facoltà di verificare l'idoneità dei sacchetti monouso introdotti", ha aggiunto il segretario generale del ministero della Salute. Dunque, con la nuova spiegazione fornita dal dicastero guidato dal ministro Lorenzin, si chiarisce uno dei punti della nuova normativa entrata in vigore lo scorso primo gennaio: gli acquirenti avranno la facoltà di potersi i propri sacchetti da casa, a patto che gli imballaggi utilizzati siano rigorosamente monouso e adatti all'uso alimentare. Nulla da fare invece per le confezioni e i retini riutilizzabili – usati in molti Paesi europei come la Svizzera e il Belgio – i quali, stando alla normativa italiana, sono vietati.

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