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Vaccini, Di Maio come Salvini: “No all’obbligo, noi siamo per la raccomandazione”

Luigi Di Maio, proprio come il leader della Lega Matteo Salvini, si dice contrario all’obbligo dei vaccini previsto dalla legge Lorenzin: “Noi faremo una legge sulla raccomandazione dei vaccini, noi siamo a favore della raccomandazione. L’obbligo lo intendiamo come era prima del decreto Lorenzin”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo il leader della Lega Matteo Salvini, anche il candidato alla presidenza del Consiglio del M5s Luigi Di Maio afferma di voler cambiare la legge Lorenzin sull’obbligo dei vaccini in caso di vittoria elettorale. “Noi faremo una legge sulla raccomandazione dei vaccini, noi siamo a favore della raccomandazione. Obbligo? Noi lo intendiamo come era prima del decreto Lorenzin”, spiega Di Maio ospite a Un giorno da pecora su Radio 1. La linea del capo politico e del M5s è quella di essere a favore della raccomandazione ma non dell’obbligo dei vaccini, in sostanza.

La reazione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin arriva immediata: “Di Maio come Salvini. Sui vaccini, come su tutto il resto, il populismo parla la stessa lingua. Gli italiani sapranno valutare la serietà dei programmi e delle persone. Avanti con il buon senso. Vaccino contro incompetenti”.

Le parlamentarie e la candidatura di Di Maio

Di Maio annuncia che entro la fine della settimana saranno noti i candidati alle parlamentarie del M5s. Il capo politico del MoVimento si candiderà a Pomigliano d’Arco, il suo territorio. Sulla squadra di ministri, Di Maio parla di “profili incredibili, persone davvero qualificate”. Così come “per i collegi uninominali”.

In vista del post-voto, Di Maio sostiene che “la sera delle elezioni gli altri hanno un’alternativa: o si torna a votare o ci sostengono. Non possono fare coalizioni”. Ma per ora non si dice interessato al dibattito dentro Liberi e Uguali su una eventuale alleanza: “Ho visto che tra Grasso e Boldrini discutono, ma sono questioni loro interne. Questi discorsi sulle alleanze sono prematuri perché non sappiamo ora quali saranno le consistenze dei partiti, non sappiamo quanti saranno i parlamentari eletti in ciascun gruppo”.

Simbolo M5s verrà presentato da Di Maio e Grillo

Il capo politico del M5s garantisce ancora una volta che Beppe Grillo non si defila dal Movimento, tanto che “presenteremo insieme giovedì o venerdì – assicura – il simbolo del M5s al Viminale”.

Di Maio risponde inoltre a Berlusconi che lo definisce una meteorina: “Lui portava avanti un partito azienda. Noi una setta? Ma noi non veneriamo nessuno, solo la democrazia. Meteorina? Semmai siamo una meteora che estinguerà i dinosauri che sono loro”.

‘Fontana moderato? Allora io sono Gandhi…’

Di Maio commenta anche le parole del candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Lombardia che ha parlato di “razza bianca a rischio”: “Berlusconi dice che siamo peggio dei post comunisti, che loro sono moderati e noi estremisti. Ma dopo la frase di Fontana sulla razza bianca siamo sicuri che sono loro i moderati? Se loro sono moderati allora io sono Gandhi…”. Di Maio chiede quindi a Berlusconi se Fontana “resta il loro candidato”.

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