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Rimini, il racconto della 26enne polacca: “Una violenza interminabile. Mi dicevano I kill you”

Gli sconvolgenti dettagli riferiti dalla 26enne polacca, vittima dello stupro avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 agosto sulla spiaggia di Miramare. Anche la prostituta peruviana ha raccontato della violenza di cui è stata vittima: “Mi hanno colpita con una bottigliata e poi con dei pugni”.
A cura di Biagio Chiariello
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Custodia cautelare in carcere per tutti e quattro i presunti responsabili degli stupri di Rimini: i due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e per il nigeriano di 16, accusati in concorso col maggiorenne Guerlin Butungu. Questa la decisione del Gip del tribunale per i minorenni di Bologna Anna Filocamo per i fatti avvenuti nella notte tra il 25 e il 26 agosto sulla spiaggia di Miramare. Intanto la 26enne polacca stuprata ha raccontato l’incubo di cui è stata vittima insieme al suo compagno, pestato dal branco.

Tutto è cominciato con una domanda. "Where are you from?" (Da dove venite?) A questa domanda, ricostruisce la giovane agli inquirenti, il suo amico risponde "from Poland" (Dalla Polonia) A quel punto – si legge nella deposizione – l'uomo, che “si è materializzato in maniera fulminea, sempre in inglese ci ordinava testualmente ‘dateci il portafogli e i telefoni’ e poi “repentinamente venivamo aggrediti dall' uomo che avevamo di fronte che subito colpiva” il ragazzo "al volto facendolo cadere a terra mentre dall'oscurità si materializzavano davanti a me prima due persone poi un terzo che mi immobilizzavano, buttandomi a terra, poggiandomi di schiena sulla sabbia e colpendomi con più colpi al volto, alla testa e sul corpo".

La giovane – che riesce a vedere il suo amico lì vicino, "immobilizzato pure lui sulla sabbia con una persona sopra" – ricorda quindi i momenti dello stupro subito a turno da tre aggressori: "mi tenevano per la gola quasi da strozzarmi, facendomi rimanere senza respiro". Una violenza "interminabile, durata più di venti minuti", durante la quale "mi dicevano in inglese ‘I kill you' e sentivo che il mio amico veniva picchiato brutalmente". "Stremata", "senza poter in nessun modo reagire neppure urlando", "senza forze ed impaurita, ma cosciente", la ragazza è stata quindi trascinata in acqua e poi di nuovo sulla spiaggia, immobilizzata ed ancora violentata.

Sconvolgenti anche i particolari emersi nella denuncia della prostituta transessuale peruviana. "Venivo avvicinata da quattro ragazzi – è il racconto della vittima – sicuramente non italiani, due dei quali neri e due bianchi. Uno dei due ragazzi bianchi mi strappava la borsetta, mentre uno dei ragazzi neri mi ha preso per i capelli trascinandomi con forza oltre via Flaminia, dove vi erano dei cespugli rigogliosi. Io cercavo di oppormi ad entrare nel cespuglio, ma uno dei giovani mi colpiva alla testa con una bottigliata mentre un secondo mi sferrava un violento pugno allo zigomo sinistro. Continuavo ad oppormi ad entrare nel cespuglio ma mentre uno mi minacciava puntandomi il collo della bottiglia alla gola, l'altro, sempre tirandomi, mi trascinava nel cespuglio, oltrepassandolo".

A questo punto la transessuale descrive dettagliatamente agli investigatori lo stupro subito dai quattro che a turno si sono alternati nel violentarla e nel tenerla immobilizzata. "Prima di andar via – ha raccontato la vittima – i quattro gettavano a terra la mia borsetta dalla quale avevano preso la somma di 40 euro ed il mio telefono cellulare". In un secondo momento, la prostituta transessuale ha aggiunto che "nelle parti intime" degli aggressori "vi era sabbia, come se fossero stati reduci da una giornata in spiaggia" e che una volta intuito le intenzioni dei quattro non ha più reagito.

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