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Gli inglesi trovano il loro eroe: Shaw ha giocato Italia-Inghilterra con un paio di costole rotte

Luke Shaw è il difensore del Manchester United che nella finale degli Europei ha portato in vantaggio l’Inghilterra sull’Italia. I giornali di Sua Maestà esaltano il calciatore che con la sua rete aveva alimentato il sogno di vincere un trofeo dopo 55 anni: ha stretto i denti e scelto di giocare nonostante l’infortunio subito negli ottavi contro la Germania.
A cura di Maurizio De Santis
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L'Inghilterra ha trovato il suo eroe. Dopo aver alimentato per giorni il rumore dei nemici discettando di scorrettezze (il fallo di Chiellini su Saka) e petizioni, reclamando la ripetizione della partita contro l'Italia e arrivando perfino al boicottaggio dei ristoranti del Belpaese, adesso esalta gli aspetti più epici della finale degli Europei giocata a Wembley. E Luke Shaw, difensore del Manchester United, fa parte del corredo accessorio di orgoglio patriottico e rabbia per aver perso l'ennesimo trofeo della storia. Quasi una maledizione dopo il successo in Coppa del Mondo nel '66 per un gol fantasma. Il difensore del Manchester United e dei Tre Leoni viene descritto come un idolo, l'essenza dello spirito di sacrificio e della forza d'animo del combattente che non si ferma dinanzi a niente. Nemmeno se lo staff medico gli diagnostica qualche costola rotta.

La Regina Elisabetta II chiese ai calciatori di Southgate di impegnarsi fino allo stremo delle forze nella finale degli Europei contro l'Italia. Shaw ha interpretato alla lettera quel messaggio d'incoraggiamento. È stato lui l'autore del momentaneo vantaggio dell'Inghilterra: pochi minuti e quella rete che sorprese la Nazionale d Mancini era sembrata la conferma che sì, questa volta, la Coppa sarebbe tornata a casa. "It's coming home", urlavano a squarciagola i sessantamila di Wembley ma non avevano fatto i conti con la proverbiale capacità degli italiani di soffrire, serrare i ranghi, resistere agli attacchi con l'interpretazione della fase difensiva che è endemica, rialzare la testa e ripartire, colpire al momento opportuno.

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La sconfitta cocente è quasi un trauma per un Paese che pregustava il trionfo a margine di un copione già scritto. L'espressione del principe William, che non ha nemmeno atteso la premiazione, era emblematica al riguardo. Nella loro testa era così, la realtà del campo ha raccontato qualcosa di diverso con un finale (nemmeno tanto) a sorpresa. Ecco perché ora, esauriti il veleno e il fiele della delusione, c'è spazio per l'esaltazione del coraggio del singolo. E chi se non il calciatore che con la sua rete aveva alimentato il sogno di vincere gli Europei?

Shaw è l'interprete perfetto. S'era incrinato un paio di costole negli ottavi di finale contro la Germania (ne dà notizia il tabloid Telegraph). Ma ha stretto i denti e scelto di giocare. L'idea di marcare visita infermeria nemmeno lo ha sfiorato e ha gridato ‘presente' anche contro Ucraina e Danimarca prima della sfida contro l'Italia. The Shaw must go on: lo spettacolo è andato avanti. Ma la Coppa da un'altra parte, a Roma.

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