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Opinioni

Stefano De Martino può essere l’arma Rai anti Maria De Filippi, il rischio è l’etichetta “di destra”

La Rai punta su Stefano De Martino per i prossimi anni e fa bene. Il conduttore è il solo che può ambire ad un pubblico largo e rubare spettatori a Mediaset, ma soprattutto alla sua madrina artistica Maria De Filippi. Se l’obiettivo è Sanremo, lo scoglio principale è politico: lo perseguiterà l’etichetta di quello scelto dalla destra.
A cura di Andrea Parrella
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La Rai prolunga l'accordo con Stefano DeMartino e lo mette al centro dei progetti per i prossimi anni. Un accordo pluriennale quello stipulato con il conduttore, che era l'unica cosa possibile da fare dopo i disastri commessi dal servizio pubblico nei mesi scorsi, l'azione inevitabile per valorizzare il solo volto televisivo che non sia ancora un big affermato e che, in questo momento, dà l'impressione di saper parlare una lingua comprensibile a diverse tipologie di pubblico.

De Martino al sabato sera contro la sua mamma artistica

Con il suo approccio televisivo scanzonato, goliardico, di stampo arboriano nell'ispirazione e negli intenti, De Martino può contare sul propulsore del suo trascorso privato, quel gossip che è croce e delizia della sua narrazione. Ne viene fuori un mix particolare, forse unico nel panorama televisivo italiano, che lo mette nelle condizioni di poter aspirare a contendere pubblico Mediaset, in particolare all'universo di Maria De Filippi, bacino da cui lui stesso è nato e mondo che da sempre, la Rai, sembra incapace di aggredire e coinvolgere.

Per il conduttore napoletano ora inizia un periodo fondamentale della carriera. I prossimi anni serviranno a stabilizzare la sua popolarità e allargare la platea di riferimento. L'operazione Affari Tuoi sarà, in tal senso, fondamentale. Così come gli esperimenti di prima serata, perché no al sabato sera proprio per minacciare l'egemonia di Maria De Filippi.

Stasera tutto è possibile continua, l'obiettivo è Sanremo

Nella prossima stagione potrebbe proseguire anche l'impegno di De Martino a STEP, che ha chiuso con il 14,3% di share e più di 2 milioni di telespettatori medi il 23 maggio e potrebbe continuare a rivelarsi utile come tesoretto, a patto di evitare l'effetto De Martino ovunque. Se l'obiettivo è, inevitabilmente, quello di Sanremo (si parla di un suo impegno per una sera già nell'edizione 2025 affidata a Carlo Conti), per amor di statistica tocca ricordare che lo stesso Amadeus aveva condotto Stasera tutto è possibile fino al 2018, un anno prima che iniziasse la sua avventura al festival. Se la prospettiva per De Martino è l'edizione 2027, i calcoli sono giusti.

"L'ha voluto la destra", il vero scoglio per De Martino

C'è un altro rischio da evitare e questo, per certi versi, dipende molto meno da quello che Stefano De Martino farà in Tv, molto più da quello che dirà in altre circostanze e dalle sue prese di posizione. Si tratta, naturalmente, di un problema politico. La scelta della Rai di puntare su di lui lo lega, volente o nolente, a questa Rai, ovverosia all'attuale gestione dell'azienda, come noto condizionata da un effetto di polarizzazione politica senza precedenti. Qualunque cosa farà De Martino, dovrà sempre tenere conto di una premessa che ronzerà nella testa di molti: lo ha scelto la destra. Un pregiudizio, certo, che è tuttavia lecito ed è solo l'ennesimo segnale di una distorsione percettiva provocata dal funzionamento malsano della Rai, negli ultimi anni molto più vicina alla connotazione di servizio di propaganda che servizio pubblico.

Stefano De Martino resta un'ottima pedina ed è interessante che il suo nome sarà al centro del dibattito televisivo del futuro, dopo anni in cui la Rai ha faticato a imporre un ricambio generazionale (provarci non significa incontrare sempre il favore del pubblico). Al conduttore napoletano si augura di concentrarsi su nuove idee, provare a sparigliare le carte per quanto possibile e conservare un talento che possiede, quello di sapersi scegliere la compagnia. Chi gli sta intorno crea il contesto, la sola cosa che in televisione conti più dei soldi.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare la realtà che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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