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Mostra del cinema di Venezia 2025

Gal Gadot non sarà a Venezia dopo le proteste Pro Palestina, caos alla Mostra del Cinema a due giorni dall’inizio

Gal Gadot non sarà alla Mostra del Cinema di Venezia. Repubblica anticipa che l’attrice non era prevista al Lido, mentre nei giorni scorsi sono arrivate le proteste di molti artisti ProPal, in una lettera, per revocare l’invito a lei e Gerald Butler, sostenitori di Israele. Un caos enorme, visto che proprio in queste ore emerge che i due attori non avrebbero mai confermato la loro presenza.
A cura di Ilaria Costabile
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La Mostra del Cinema di Venezia è ormai alle porte, si aprono i battenti mercoledì 27 agosto e intanto, sono sempre più insistenti le richieste di chi tra gli artisti spera ci sia uno spazio di confronto o, semplicemente, aperto, per parlare di Palestina e di quanto sta avvenendo a Gaza. Sono più di 1500 i firmatari, tra attori e addetti ai lavori nel settore cinematografico, che hanno contrassegnato un manifesto contro le guerre e a favore della libertà di espressione, ma non basta. Dopo una tiepida risposta da parte degli organizzatori, è stata avanzata un'ulteriore richiesta per ritirare l'invito alla Mostra a Gal Gadot e Gerald Butler. L'attrice israeliana, stando a quanto riportato da Repubblica, non sarà presente alla kermesse perché la sua presenza "non era prevista".

Gal Gadot non sarà a Venezia, incertezza sulla presenza di Butler

La decisione, stando a quanto riporta la testata, sarebbe maturata qualche giorno fa, ma visto il clima venutosi a creare attorno alla partecipazione dell'attrice, protagonista insieme al collega Geradd Butler del film di Julian Schnabel The hand of Dante, non sarà presente insieme al cast e al regista al Lido. Gli artisti ProPal avevano chiesto che anche Butler, infatti, non prendesse parte alla kermesse, dal momento che l'attore insieme alla collega – come si legge nella richiesta avanzata dal collettivo di artisti- "sostengono ideologicamente e materialmente la condotta politica e militare di Israele". Un invito che, secondo i firmatari della lettera sostenuta da Venice4Palestine, avrebbe contribuito a costruire uno spazio di consapevolezza, confronto, oltre che una determinata presa di posizione del cinema italiano, nei confronti della causa palestinese. Al momento la presenza di Gerard Butler sul tappeto rosso all’anteprima del film è in attesa di conferma.

Il commento di Gad Lerner

Sulla questione, in particolar modo sulla richiesta di ritirare l'invito ai due attori, si era esposto anche Gad Lerner. Il giornalista, sui suoi social, aveva scritto che pur comprendendo la natura dell'invito, non fosse questa la strategia giusta da adottare per far parlare della questione palestinese:

Mi spiace per tanti artisti che stimo ma la loro richiesta di escludere dalla Mostra di Venezia Gal Gadot e Gerard Butler non giova affatto alla causa palestinese. Ci sono israeliani che stanno aprendo gli occhi sugli errori compiuti, così come peraltro succede a molti ex sostenitori di Hamas. La protesta per fermare il massacro di Gaza deve trascinare i due popoli a incontrarsi, per essere efficace. Non inventarsi simboli pretestuosi

Il manifesto contro le guerre firmato dagli artisti italiani

Intanto, nei giorni scorsi, sempre attraverso Venice4Palestine è stata diffusa e firmata una lettera nella quale si sottolinea come un evento così importante e catalizzante come la Mostra del Cinema di Venezia debba diventare megafono dell'attualità e di quanto sta accadendo in Medio Oriente. Nella lettera si legge:

La Biennale e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica dovrebbero celebrare la potenza dell’arte come mezzo di trasformazione, di testimonianza, di rappresentazione dell’umano e di sviluppo della coscienza critica. Ed è proprio questo a renderla uno straordinario mezzo di riflessione, di partecipazione attiva e di resistenza.

Da parte della Biennale una risposta piuttosto tiepida: "la Biennale di Venezia e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica sono sempre stati, nella loro storia, luoghi di confronto aperti e sensibili a tutte le questioni più urgenti della società e nel mondo". Nella seconda lettera i firmatari chiedevano più fermezza:

La comunicazione ufficiale della Biennale sceglie ancora di non menzionare la Palestina e il genocidio in corso, né tantomeno lo Stato di Israele che lo sta perpetuando. Se la Biennale vuole davvero essere un “luogo di confronto aperto e sensibile”, allora questo spazio deve essere innanzitutto uno spazio di verità. Apprezziamo ovviamente la presenza di film come The Voice of Hind Rajab della regista Kaouther Ben Hania. 

Sono infatti le sezioni collaterali al Concorso, ad aver aderito con prontezza alle iniziative ProPal, come ad esempio le Giornate degli Autori o il confronto in apertura della Settimana della Critica. Al Lido, intanto, il 30 agosto si terrà la manifestazione Stop al genocidio-Palestina libera, voluta da diversi gruppi politici, collettivi e associazioni regionali e nazionali e sostenuta dalla rete Artisti #NoBavaglio e da tante realtà e firme del cinema.

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