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Salvini-Gregoretti, il voto rimane il 20 gennaio. Ma Pd e M5s puntano ancora al rinvio

Il voto della giunta del Senato che dovrà decidere se mandare a processo per sequestro di persona l’ex ministro Salvini rimane per ora fissato per lunedì 20 gennaio. Ma la capigruppo di palazzo Madama può ancora rinviare l’appuntamento a dopo le elezioni in Emilia. Intanto, Gasparri continua a litigare con i partiti di maggioranza.
A cura di Marco Billeci
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Il voto per decidere se mandare Salvini a processo per il caso Gregoretti rimane fissato per il 20 gennaio, almeno per adesso. Ma a mettere la parola definitiva dovrà essere la capigruppo del Senato, convocata per mercoledì alle 18. E l’ipotesi di un rinvio rimane in campo.

La giunta per le immunità del Senato ha confermato il calendario che prevede per lunedì prossimo la votazione sulla relazione del senatore di Forza Italia Gasparri, secondo cui Salvini non è perseguibile perché la decisione di bloccare a largo la nave della guardia costiera con 131 migranti a bordo per quattro giorni tra il 27 e il 31 luglio 2019 rientrava tra le prerogative politiche dell’ex ministro. Al momento, invece, tutti i partiti della maggioranza di governo hanno preso posizione a favore del via libera al processo per sequestro di persona.

Negli scorsi giorni, M5S e Pd avevano chiesto un rinvio del voto a dopo le elezioni regionali del 26 gennaio in Emilia Romagna e in Calabria. Secondo il Carroccio, la richiesta di rinvio è motivata dal timore che una probabile “condanna” di Salvini da parte della giunta possa portare un vantaggio al leader leghista nella corsa elettorale. In realtà, alla base dell’istanza c’è almeno un altro motivo: la presidente del Senato Casellati ha stabilito, infatti, che dal 20 al 24 gennaio prossimi i lavori di palazzo Madama si dovranno fermare per permettere ai senatori di partecipare al rush finale della campagna elettorale. Secondo la maggioranza lo stop vale anche per la giunta delle immunità, secondo le opposizioni e il presidente della commissione Gasparri, no.

A sciogliere il nodo, dunque, dovrà essere ora la conferenza dei capigruppo del Senato, l’organismo che solitamente decide il calendario dei lavori. Se, come probabile, anche in quella sede le posizioni rimanessero contrapposte, allora sulla questione dovrebbe essere chiamata a pronunciarsi l’aula. E in quella sede, la maggioranza dovrebbe avere i numeri per decretare un possibile rinvio del voto. La presidente Casellati, però, potrebbe anche decidere di assumere da sola decisione o di convocare la giunta per il regolamento per dirimere il conflitto. Insomma, almeno fino a mercoledì, diversi scenari rimangono aperti.

Nel frattempo, nell’ultima seduta della giunta per le immunità chiamata a discutere del caso Gregoretti prima del voto, si consuma un nuovo scontro tra Gasparri e i partiti della maggioranza. Come già nella riunione precedente, il presidente decide di respingere alcune richieste di approfondimento presentate da Pd, Italia Viva, M5Se Leu (e una anche dalla Lega). Per protesta, gli esponenti partiti di governo abbandonano i lavori: “Così è impossibile proseguire”. Replica la senatrice leghista Stefani: “La maggioranza scappa”.

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