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L’Unità torna in edicola ma il direttore è Maurizio Belpietro: protesta dei giornalisti

L’Unità tornerà in edicola (per un giorno) per evitare che la testata decada. Ma il direttore sarà Maurizio Belpietro, da sempre molto lontano dalle posizioni dell’ex quotidiano comunista. La notizia è stata comunicata oggi ai giornalisti che hanno deciso di ritirare la firma parlando di una “provocazione” dell’editore.
A cura di Stefano Rizzuti
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Maurizio Belpietro direttore de L’Unità. È tutto vero. Anche se, forse, sarà solo per un giorno, quello di domani, sabato 25 maggio. Belpietro sarà infatti indicato come direttore dell’Unità nel numero speciale realizzato dai giornalisti per evitare la decadenza, a norma di legge, della testata. I giornalisti che hanno realizzato il numero speciale hanno deciso di ritirare la firma, denunciando quella che definiscono una provocazione: “Il numero speciale era in programma per oggi, ma l'editore ha comunicato che non sarebbe avvenuto per una modifica nella gerenza. E cioè nel direttore. Non più Luca Falcone, come previsto. Ma Maurizio Belpietro. È chiaramente una provocazione”.

Lo storico giornale comunista tornerà quindi in edicola con un numero di otto pagine, con interviste ai leader dei più importanti partiti in vista delle elezioni europee di domenica: ci saranno Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio, Benedetto Della Vedova e Nicola Fratoianni. Nulla da fare per Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Al numero speciale hanno lavorato per giorni Simone Collini, Claudia Fusani, Umberto Di Giovannangeli, mentre il direttore avrebbe dovuto essere Luca Falcone.

Il giornale doveva essere pubblicato oggi ma c’è stato un rinvio a domani, formalmente per motivi definiti “tecnici”. Oggi ai giornalisti è stato comunicato che la firma del direttore sarà quella di Maurizio Belpietro e non di Falcone. Decisione presa da Pessina costruzioni, la società che detiene la testata. Da qui la scelta di ritirare le firme. Il quotidiano ha chiuso nel 2017 ma ora deve pubblicare almeno un numero l’anno per evitare che la testata decada. L’ultimo numero pubblicato è quello del 25 maggio 2018, venduto al prezzo di un euro.

Belpietro è direttore della Verità ed è sicuramente molto lontano dalle posizioni del quotidiano una volta appartenente al Pci. “Si tratta di un gesto gravissimo, un insulto alla tradizione politica di questo giornale e della sinistra italiana prima ancora che una violazione delle norme contrattuali – scrive il comitato di redazione -. L’Unita', giornale fondato da Antonio Gramsci e sopravvissuto al fascismo, in mano ad un direttore da sempre apertamente schierato con la parte più conservatrice della politica italiana e più volte alla guida di giornali di proprietà di Silvio Berlusconi che a l'Unità e ai partiti della sinistra non hanno mai risparmiato insulti e campagne d'odio”.

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