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Fine vita, Mina Welby e Peppino Englaro esultano: “Si conclude una battaglia, ora si faccia legge”

Insieme ringraziano Marco Cappato ed esultano per la sentenza della Corte costituzionale che riconosce la legittimità, in alcuni casi, del suicidio assistito. Mina Welby, moglie di Piergiorgio, e Beppino Englaro, padre di Eluana, parlano della conclusione di una battaglia che arriva con la sentenza di oggi e chiedono al Parlamento di fare una legge sul fine vita.
A cura di Stefano Rizzuti
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La sentenza della Corte costituzionale sul suicidio assistito, riconosciuto come lecito in alcune particolari condizioni, viene commentata anche da chi conosce bene la situazione vissuta da Dj Fabo. Tra questi c’è anche Beppino Englaro, padre di Eluana: “Marco Cappato – commenta – si è esposto, ha avuto coraggio ed è stato un pioniere e quindi merita di essere ringraziato. Tutte le persone che si trovano nelle condizioni di Dj Fabo gli devono un grande grazie. Mi auguro che adesso il Parlamento legiferi secondo le indicazioni della Corte Costituzionale”. Per Englaro siamo davanti a una “sentenza storica”.

Anche Mina Welby, moglie di Piergiorgio Welby, commenta con l’Ansa: “Sono molto felice che ora, dopo la sentenza della Consulta, finalmente potremo avere in Italia la possibilità di arrivare ad una legge per la libertà di decidere fino alla fine”. Per Welby è “la conclusione vittoriosa della battaglia che mio marito Piergiorgio, fino a Dj Fabo, hanno avviato”. Con la sentenza di oggi la Consulta “ha dato una possibilità a quelle persone che non hanno più altra scelta se non di chiedere di poter morire, perché per loro non ci sono più cure possibili. Ora il Parlamento legiferi sulla base della sentenza della Corte”. Poi Mina Welby aggiunge: “Piergiorgio sarebbe felicissimo e anche dj Fabo, perché questo era il loro obiettivo ed era nel loro spirito. È la conclusione vittoriosa della loro battaglia. Piergiorgio mi aveva chiesto di andare avanti per lui, ed oggi sono molto felice”.

Le critiche della Cei: sconcerto per decisione della Corte

Al contrario c’è anche chi critica aspramente la sentenza della Consulta, come fa la Cei attraverso una nota: “Si può e si deve respingere la tentazione – indotta anche da mutamenti legislativi – di usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio o causandone direttamente la morte con l’eutanasia. I vescovi italiani si ritrovano unanimi nel rilanciare queste parole di Papa Francesco. In questa luce esprimono il loro sconcerto e la loro distanza da quanto comunicato dalla Corte Costituzionale”.

Le reazioni politiche: da Salvini a Pd e M5s

Critico anche il leader della Lega, Matteo Salvini: “Sono e rimango contrario al suicidio di Stato imposto per legge. Parliamo con i medici, parliamo con le famiglie però la vita è sacra e da questo principio non tornerò mai indietro”. Di parere opposto è invece il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando: “La sentenza della Corte indica una strada che va seguita, ma mi auguro che da domani non si crei un bipolarismo etico: da un lato chi dice ‘viva che sia utilizzato il suicidio’, perché la sentenza mette dei paletti molto stringenti; dall'altro non ci sia neanche chi tuona contro un disprezzo della vita”. Parlando a Porta a Porta aggiunge: “Dobbiamo avere una grande misura e colmare un vuoto di cui siamo tutti quanti responsabili. La sconfitta della politica è quando una materia è disciplinata da una sentenza”.

Interviene anche il ministro della Pubblica amministrazione, in quota M5s, Fabiana Dadone: “La Corte costituzionale parla chiaro sul suicidio assistito. Il Parlamento ha perso fin troppo tempo e dunque è preziosissimo lo stimolo che giunge adesso dalla Consulta al legislatore. I giudici supremi rappresentano uno dei baluardi del nostro sistema e ci ricordano ancora una volta quanto sia importante far valere le nostre libertà e difendere le prerogative più intrinseche alla stessa natura umana”.

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