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Contratto di polizia, i sindacati: “Salvini non fece nulla, con Conte passo avanti ma non basta”

Dopo l’incontro con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i sindacati del comparto delle forze dell’ordine hanno ottenuto uno stanziamento di maggiori risorse che non è però sufficiente per far fronte a tutte le problematiche, dal rinnovo del contratto agli straordinari non pagati alla polizia. Daniele Tissone, segretario generale della Silp Cgil, spiega a Fanpage.it cosa è cambiato rispetto a quando al governo c’era Matteo Salvini come ministro dell’Interno.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’incontro c’è stato. E già questo è un passo avanti. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha incontrato negli scorsi giorni i sindacati del comparto delle forze dell’ordine. Un colloquio richiesto da questi ultimi per poter mettere in luce alcuni problemi da affrontare prima della stesura della manovra. L’incontro è arrivato a legge di Bilancio quasi completata, ma sicuramente è un piccolo passo in avanti rispetto a quanto fatto dal governo precedente. Ma non è ancora sufficiente e le risorse (per ora promesse) che dovranno essere stanziate per le forze dell’ordine non sono abbastanza. Contattato da Fanpage.it, il segretario generale della Silp Cgil (il Sindacato italiano dei lavoratori di polizia), Daniele Tissone, spiega com’è andato il colloquio a Palazzo Chigi e perché la strada è ancora in salita.

La speranza per le forze dell’ordine, sottolinea Tisosne, è che “la manovra non è ancora scritta, non è definitiva, quindi qualche margine lo abbiamo”. Le richieste presentate dai sindacati erano varie: il pagamento degli straordinari arretrati, i fondi per il riordino delle carriere e il rinnovo del contratto, con la “possibilità di recuperare dopo nove anni un reddito che ha ridotto il potere di spesa” delle forze dell’ordine. E sicuramente, per quest’ultimo caso, “le cifre messe a disposizione non soddisfano: sono inferiori anche all’ultimo contratto”, risalente alla scorsa legislatura, quando al governo c’era il Pd.

Sul rinnovo del contratto Tissone chiede un ulteriore sforzo al governo per “raggiungere almeno” le cifre previste dallo scorso contratto, quando si parlava mediamente di circa 127 euro lordi mensili. In questo caso “la cifra è inferiore”. I sindacati, inoltre, si aspettavano di più anche per le risorse messe a disposizione per il riordino dell’intero comparto: sono previsti 60 milioni, mentre “noi speravamo che 60 fossero per la sola polizia, per cui, invece, ce ne sono 15”. Ogni ragionamento può iniziare se di milioni ce ne fossero almeno 30, che comunque “già sono pochi, figuriamoci 15”, ribadisce il segretario della Silp Cgil.

Gli straordinari non pagati alla polizia

Una delle questioni più discusse degli ultimi mesi è quella degli straordinari del 2018 non pagati agli agenti di polizia, con le proteste dei sindacati per le promesse non mantenute dall’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che non ha stanziato i soldi per pagare il lavoro già effettuato. Conte ha assicurato “che verranno pagati quelli del 2018”, ma il problema – ricorda Tissone “riguarda anche l’anno in corso”. Il presidente del Consiglio ha assicurato che troverà le risorse e ha precisato che si opererà per superare il limite alla dotazione di legge proprio per evitare che si presenti nuovamente il problema. Ora, quindi, si dovrebbe procedere ai pagamenti ma i tempi “non dovrebbero essere ristrettissimi, anche se mi auguro che siano rapidi”.

Il confronto con il governo precedente (e Salvini ministro)

Il passo avanti, rispetto al precedente governo in cui Matteo Salvini era ministro dell’Interno e prometteva più risorse per il comparto delle forze dell’ordine, c’è stato: “Con il vecchio governo non ricordo un confronto in sede di manovra finanziaria”, sottolinea Tissone. “Stavolta abbiamo chiesto un incontro e Conte ci ha incontrato, è sempre un fatto positivo – prosegue –. Con l’altro esecutivo il confronto proprio non c’è stato perché non c’erano i soldi, con il ministro Salvini c’è stata una mirabolante serie di promesse, ma i risultati sono stati praticamente zero”.

Con Salvini non c’è stata discussione, “ci ha detto che se ne parla nel 2020: ora la situazione è migliorata, trovo un clima migliore, c’è discussione”. Una discussione che può esistere solo “quando c’è qualcosa, prima non c’era niente, non abbiamo mai potuto ragionare di contratto, oggi almeno registriamo che qualcosa si muove”. Ovviamente l’aspettativa è che il governo metta in campo “maggiori risorse, vorremmo fossero di più e faremo in modo di incalzare il governo. Ma almeno ora stiamo discutendo su qualcosa, c’è una base di discussione che prima neanche c’era”. Adesso c’è da aspettarsi qualche modifica alla legge di Bilancio, con le risorse per le forze dell’ordine da stanziare. E in caso di necessità, se servirà mobilitarsi, assicura Tissone, “se riterremo di farlo di certo non sarà un problema”.

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