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Elezione del Presidente della Repubblica 2022

Cassese, Belloni, Draghi e Mattarella: a che punto è la trattativa sul Presidente della Repubblica

Dopo la conclusione dello spoglio della quarta votazione valanga di voti per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che rimane la carta più forte nella corsa per il Quirinale.
A cura di Annalisa Cangemi
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Concluso lo spoglio della quarta giornata di votazioni  per eleggere il tredicesimo presidente della Repubblica si registra ancora una valanga di voti per l'attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ben 166 schede. La carta più forte sembra essere proprio quella del Capo dello Stato.

Dal quarto scrutinio in poi è sufficiente la maggioranza assoluta, ovvero la metà più uno dei Grandi elettori, pari a 505 voti. Se si raggiungesse un'intesa entro oggi, il Presidente della Repubblica potrebbe essere eletto alla quinta votazione. Ma nonostante si sia aperto un canale di dialogo tra centrosinistra e centrodestra per provare a proporre un altro nome "di alto profilo" che possa superare i veti incrociati, un nome al momento sembra non sia stato ancora individuato.

Il Mattarella bis prende quota

Il Presidente Mattarella sarebbe di certo la via più ‘comoda', e anche quella con le maggiori probabilità di riuscita: permetterebbe la tenuta dell'attuale esecutivo, con Draghi alla guida fino al 2023. Non è escluso, dicono fonti parlamentari a Fanpage.it, che possa essere lo stesso Draghi a chiedere a Mattarella di restare al Quirinale, nel caso in cui i partiti non riuscissero a mettersi d'accordo in altro modo. A quel punto il Capo dello Stato, pur essendosi sempre detto contrario all'idea di un secondo mandato, potrebbe dire di sì per assicurare stabilità al Paese.

Cassese, chi non vuole il costituzionalista

E se da una parte il centrodestra si è astenuto al voto di oggi, dall'altra Salvini continua a ripetere che la soluzione si avvicina, che potrebbe addirittura arrivare stasera, dopo il vertice con gli alleati previsto per le 19. La rosa dei candidati, tra annunci e smentite, non offre oggi particolari novità, a eccezione del nome di Sabino Cassese, il giudice emerito della Corte Costituzionale, che il segretario della Lega nega di aver mai incontrato. Al contrario ‘il Foglio', giornale in cui il professore scrive, assicura che il colloquio è avvenuto ieri sera, proprio nell'abitazione romana di Cassese. Non è chiaro cosa siano detti i due, ma il costituzionalista oggi si è limitato a commentare il piccolo giallo del colloquio con Salvini sul Quirinale con un "vedremo…". Non si sa quindi se il professor Cassese, che ha 86 anni, è da considerarsi in corsa.

Fonti parlamentari di Fratelli d'Italia dicono che sarebbero a favore della sua candidatura: Cassese è stato ospitato ad Atreju, la kermesse del partito, ma soprattutto si è dichiarato favorevole al presidenzialismo. Il professore però non gode della simpatia del M5s, e soprattutto non piace a Conte, che Cassese paragonò al premier ungherese Viktor Orbán, quando il leader del Movimento, da capo del governo, rinnovò per la prima volta lo stato d’emergenza per il Covid. Anche l'età di Cassese potrebbe essere considerata un problema: è vero che Giorgio Napolitano aveva 87 anni quando è stato eletto per il secondo mandato nel 2013, ma in quel caso si trattava comunque di un mandato ‘a tempo'.

Draghi al Colle, il piano A torna a salire

Se per tutta la giornata di ieri lo scenario di Draghi al Colle sembrava ormai tramontato – il ministro leghista Giorgetti sosteneva che i voti per l'ex presidente della Bce non ci fossero – oggi l'ipotesi sembra tutt'altro che in declino. Sempre nell'ambito di un accordo politico più ampio, una fonte parlamentare che segue da vicino le trattative ha assicurato a Fanpage.it che "c'è ancora una parte della maggioranza che lavora per Draghi".

Le maggiori resistenze per quest'opzione si incontrano nella Lega. Salvini non vuole perdere la sua occasione di condizionare questo voto, non vuole insomma sprecare l'occasione di far eleggere un Presidente dell'area di centrodestra, visto che la sua coalizione ha anche la maggioranza relativa in Parlamento. E allo stesso tempo vorrebbe mantenere lo status quo, proseguendo la legislatura con Draghi alla guida. Non è certo insomma di voler rischiare il voto subito, al contrario dell'alleata Giorgia Meloni. E anche per questo avrebbe messo da parte in questo momento la strada del blitz in Aula, con un'azione di forza che avrebbe spaccato la maggioranza, magari puntando su un nome come quello della presidente del Senato Elisabetta Casellati.

Il tandem Belloni-Draghi: di cosa stiamo parlando

"Draghi è sempre in campo", assicura un'altra fonte parlamentare a Fanpage.it. L'idea che è maturata in queste ore, e che viene spinta soprattutto dal M5s, è quella di un tandem di Draghi con Elisabetta Belloni, ambasciatrice a capo dei Servizi segreti, nominata a capo del Dis proprio dal presidente del Consiglio 8 mesi fa. Lo schema potrebbe anche prevedere Draghi al Colle e Belloni a Chigi, con un governo fotocopia. Ma l'accoppiata lascia freddi quasi tutti i gruppi e soprattutto il Pd: le perplessità sulla diplomatica sono dovute proprio al suo ruolo nei Servizi, considerato incompatibile con il Quirinale. Di Maio prova a frenare sulla candidatura dell'ambasciatrice: "Ci ho lavorato assieme alla Farnesina. È un profilo alto ma non bruciamo nomi e soprattutto non spacchiamo la maggioranza di governo". La volontà del ministro degli Esteri di sostenere Belloni è chiara, ma l'impressione è che lo schema Draghi-Belloni non abbia molte possibilità di concretizzarsi, e che si tratti piuttosto dell'ennesimo nome per confondere le acque e prendere tempo, mentre chi siede al tavolo delle trattative è concentrato su tutt'altro.

Casini, Lega dà due di picche

"Salvini ha bocciato tutti i nostri nomi", si lamenta una fonte parlamentare del centrosinistra. "Salvini è allo sbando, non riesce a gestire la complessità della situazione. Anche l'astensione di oggi dimostra che hanno paura di non tenere alla prova dell'Aula. Noi comunque non ci fidiamo della sua volontà di restare in maggioranza, e sembra non abbia deciso ancora cosa fare, se trovare un accordo con noi o rompere. Fino ad ora ha bocciato tutti i nostri nomi, Draghi, Casini, Amato…". E proprio il nome dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini sarebbe stato prima valutato e poi scartato dal centrodestra: su di lui ci sarebbe la convergenza dei gruppi centristi, naturalmente, ma anche di Forza Italia. La Lega però, durante il vertice di questa mattina, ha chiuso definitivamente a quest'eventualità.

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Giornalista professionista dal 2014, a Fanpage.it mi occupo soprattutto di politica e dintorni. Sicula doc, ho lasciato Palermo per studiare a Roma. Poi la Capitale mi ha fagocitata. Dopo una laurea in Lettere Moderne e in Editoria e giornalismo ho frequentato il master in giornalismo dell'Università Lumsa. I primi articoli li ho scritti per la rivista della casa editrice 'il Palindromo'. Ho fatto stage a Repubblica.it e alla cronaca nazionale del TG3. Ho vinto il primo premio al concorso giornalistico nazionale 'Ilaria Rambaldi' con l'inchiesta 'Viaggio nell'isola dei petrolchimici', un lavoro sugli impianti industriali siciliani situati in zone ad alto rischio sismico, pubblicato da RE Le Inchieste di Repubblica.it. Come videomaker ho lavorato a La7, nel programma televisivo Tagadà.
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