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Bonus 200 euro nel decreto Aiuti, i precari della scuola sono esclusi: M5s vuole ampliare la platea

Dal bonus 200 euro del decreto Aiuti rischiano di rimanere fuori i precari della scuola, con i contratti in scadenza a giugno. Il M5s ha proposto un emendamento per includerli.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il bonus di 200 euro, previsto dal decreto Aiuti per contrastare l'inflazione e sostenere i lavoratori e pensionati, non include in questo momento nella platea i lavoratori precari della scuola, con i contratti in scadenza. Proprio le categorie più fragili rischiano quindi di rimanere senza l'aiuto una tantum. Un paradosso.

Il Movimento Cinque Stelle ha proposto un emendamento al decreto, per estendere il bonus anche al personale precario della scuola e Ata: "Abbiamo presentato un emendamento al Decreto Aiuti per sanare il vulnus dell’articolo 32 che esclude dal riconoscimento dell’indennità una tantum di 200 euro il personale precario della scuola e Ata con contratti in scadenza", hanno spiegato in una nota, Manuel Tuzi, capogruppo M5S della commissione Cultura della Camera e la deputata pentastellata Margherita Del Sesto, prima firmataria dell’emendamento.

"Come MoVimento vogliamo soprattutto salvaguardare il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori – aggiungono gli esponenti M5S – e per tale motivo riteniamo questa modifica urgente. Gli insegnanti con contratto a tempo determinato con scadenza a giugno percepiranno i sostegni al reddito ma non il bonus perché il requisito è il sostegno al reddito su quel mese oppure la busta paga. C’è, quindi, una criticità che va subito sanata, poiché crea ulteriori distinguo tra precari ed incide sulla qualità della vita".

A chi spetta il bonus 200 euro

Il bonus 200 euro verrà erogato a 31,5 milioni di italiani e costerà allo Stato 6,3 miliardi di euro. Più nel dettaglio si parla di 13,78 milioni di lavoratori dipendenti, 13,7 milioni di pensionati e 4 milioni di altri cittadini, tra cui 900mila percettori di reddito di cittadinanza e circa 750mila badanti e colf. Arriverà direttamente nel cedolino della pensione (attraverso l'Inps) o nella busta paga di luglio – unico requisito è avere un reddito inferiore ai 35mila euro annui – e non sarà necessario fare alcuna richiesta.

In questo momento sono inclusi nella misura tutti i lavoratori dipendenti, i pensionati, disoccupati, gli autonomi (con e senza partita Iva), i professionisti, ma anche i percettori del reddito di cittadinanza, i lavoratori stagionali, compresi quelli del turismo e dello spettacolo, i collaboratori domestici, i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, gli ‘intermittenti', i lavoratori dello spettacolo, gli incaricati alle vendite a domicilio. Riceveranno i 200 euro anche coloro che per il mese di giugno 2022 percepiranno l’indennità di disoccupazione o la Naspi.

Sono esclusi invece tutti coloro che, pur facendo parte delle categorie sopra elencate, hanno un reddito personale al di sopra dei 35mila euro, e restano fuori anche gli studenti. Per i lavoratori autonomi  e i professionisti non sono state ancora chiarite le modalità di erogazione: quello che si sa è che è previsto un fondo da 500 milioni di euro, poi un decreto a parte chiarirà le procedure.

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