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Berlusconi non si piega a Salvini: “Centrodestra non è sovranista, senza Fi sarebbe estremista”

Silvio Berlusconi rivendica il ruolo di Forza Italia nella coalizione guidata da Matteo Salvini: “Non ritengo che nel centrodestra ci sia alcun monopolio sovranista. Senza di noi non solo il centrodestra non vincerebbe le elezioni ma non saprebbe governare e sarebbe una destra-destra, magari estremista”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, rivendica la sua centralità nel centrodestra e non si piega a Matteo Salvini e all’onda sovranista che sembra aver investito la sua coalizione. “Non ritengo che nel centrodestra ci sia alcun monopolio sovranista”, afferma Berlusconi in un’intervista all’Agi. E rivendica: “Il centrodestra lo abbiamo fondato noi 26 anni fa. Noi apparteniamo al Partito Popolare europeo che è il partito della democrazia occidentale. Dentro al centrodestra siamo essenziali. Senza di noi non solo il centrodestra non vincerebbe le elezioni ma non saprebbe governare e sarebbe una destra-destra, magari estremista”.

Forza Italia, secondo il suo leader, continua a ricoprire un ruolo centrale nella coalizione anche se i sondaggi evidenziano un continuo calo: “Noi siamo importanti e ci riteniamo il cervello, il cuore, la spina dorsale del centrodestra. Noi siamo in Italia gli unici continuatori, garanti e testimoni della tradizione democratica, liberale, garantista, cristiana, dell'occidente e dei suoi principi. È importante che i cittadini italiani capiscano questa differenza tra noi e tutti gli altri partiti italiani perché noi rappresentiamo in Italia quello che è la democrazia occidentale”.

Gli attacchi al Movimento 5 Stelle di Berlusconi

Berlusconi non risparmia critiche al Movimento 5 Stelle, definendolo una “costola della sinistra”: “È una costola che è tornata alla radici più estreme della stessa sinistra. Chiamano quelli del Pd ‘comunisti da salotto' e vengono ricambiati definiti come ‘comunisti da strada'. Quello che c'è è che loro seguono le spinte più forti dell'invidia sociale e dell'odio. Sono contro coloro che col loro lavoro, col loro sacrificio, hanno raggiunto una posizione di benessere. Pensando poi ai parlamentari dell'altra legislatura l'87% di questi parlamentari non aveva mai fatto una denuncia dei redditi. Significa quindi che non avevano durante la vita lavorato mai e non avevano mai combinato nulla di buono per sé e per la propria famiglia”.

Berlusconi e la crisi in Libia

La questione libica viene considerata da Berlusconi la dimostrazione di quanto l'Italia non conti più nulla: “In Libia c'è una crisi grave e noi non contiamo più nulla. Io ero riuscito, attraverso i miei rapporti con Gheddafi, a fargli cambiare la sua politica nei confronti dei cittadini, aveva costruito case, dava gratis pane e benzina per il riscaldamento invernale e tante altre cose. Era amato dalla sua gente. Io e lui andavamo in giro per Sirte senza nessun accompagnamento, la gente si faceva attorno a lui, gli baciava le mani, i vestiti e poi festeggiava anche me. Era un Gheddafi diverso da quello precedente”.

Ma Gheddafi, ricorda l’ex presidente del Consiglio, “è stato fatto fuori. Io ero assolutamente contrario ma quando sono stato a Parigi c'era la riunione di tutti gli stati europei per decidere cosa fare e gli aerei francesi di Sarkozy sorvolavano già la Libia e bombardavano le truppe di Gheddafi rivolte a Bengasi dove volevano sedare dei movimenti di rivolta. Da allora è venuta la primavera araba e credo che chi ha deciso quelle azioni abbia sulla coscienza più di un milione di morti e tanti sacrifici subiti da tutte le popolazioni della Libia, della Siria e di tanti Paesi del Medio Oriente”.

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