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Morta Inge Feltrinelli, “la ragazza che fotografò Fidel Castro in pigiama”

La vita di Inge Feltrinelli è stata una lunga avventura, dalla Germania a Milano e poi nel mondo. Ha conosciuto tutti i più grandi scrittori del Novecento, da “Gabo” Marquez a Hemingway. Nel 1964 si recò con Giangiacomo Feltrinelli a L’Avana, a Cuba, per convincere Fidel a scrivere le sue memorie. E lo immortalò in una foto che rimarrà negli annali.
A cura di Redazione Cultura
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Per capire la grandezza e l'importanza di Inge Feltrinelli nella storia della letteratura, dell'editoria e del Novecento, basterebbe sfogliare le immagini di lei in compagnia di tutti i grandi scrittori e scrittrici che, in quanto compagna di Giangiacomo Feltrinelli prima e presidente della casa editrice poi, l'hanno accompagnata o si sono lasciati ritrarre con lei. Era un monumento vivente, Inge Schönthal Feltrinelli. Una di quelle che chiamava per davvero "Gabo" il premio Nobel per la Letteratura Gabriel Garcia Marquez.

La sua vita è stata tutta un'avventura. Da Gottinga a Milano e qui per sempre legata al ricordo di Giangiacomo, fondatore della casa editrice e militante politico, morto nel 1972 durante un tentativo di sabotaggio a una centrale elettrica dell'Enel. Una storia di altri tempi, irripetibile, per certi versi.

Nel 1964 con suo marito andò all'Avana per incontrare Fidel Castro. La coppia si recò dal "lider maximo" per realizzare un libro: le memorie di Fidel. Inge è una brillante fotoreporter, oggi si direbbe d'assalto, e così scattò una foto di Fidel Castro in pigiama: "Non credo esistano altre fotografie del leader in pigiama", ha raccontato Inge Feltrinelli nella sua casa milanese in un'ultima intervista concessa a Repubblica. "Andavamo da lui la mattina molto presto e lo trovavamo ancora con la giacca da camera".

Non solo quello, naturalmente. Tutto il Novecento letterario, politico e sociale ha conosciuto Inge. Almeno quello che conta. Ma tutto ciò, anche in età avanzata e con la malattia, non le ha impedito di appassionarsi ai giovani scrittori, alle loro imprese. In qualità di presidente della Feltrinelli non ha mai smesso di incoraggiare la creatività "in ogni sua forma" come recita la nota della casa editrice. Di recente, ad esempio, si spese per incoraggiare la nuova traduzione di "Sotto il vulcano" di Malcolm Lowry tradotta dal romanziere Marco Rossari, classe '73. Segno di una vitalità che ha mantenuto fino agli ultimi mesi della sua vita. Oggi la casa editrice, già da tempo in mano a Carlo Feltrinelli, resta senza il suo pilastro più imponente.

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