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Rigopiano, 22 archiviazioni. Una vittima: “I giudici non scherzassero col fuoco”

Parla Giampaolo Matrone, sopravvissuto alla tragedia di Rigopiano e vedovo di Valentina Cicioni, all’indomani dell’archiviazione del procedimento giudiziario a carico di 22 indagati: “Non giocassero col fuoco, io ho poco da perdere. Se emergerà che la colpa del disastro è stata nostra (delle vittime) povero giudice…”.
A cura di Redazione
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"Sembra che anche a Rigopiano sia andato tutto a tarallucci e vino. Volevo tranquillizzare tutte le persone, chi mi ha fermato per strada, chi mi ha scritto: non è così, se un giorno succederà una cosa del genere nel processo madre non so quali saranno le conseguenze". A parlare è Giampaolo Matrone, sopravvissuto alla tragedia di Rigopiano, all'indomani dell'archiviazione del procedimento giudiziario a carico di 22 indagati per il dramma del 18 gennaio 2017, quando una valanga si abbatté sull'Hotel Rigopiano causando la morte di 29 persone. Tra queste, anche Valentina Cicioni, moglie proprio di Giampaolo Matrone: "Parlo per me, per Giampaolo Matrone: non giocassero col fuoco, io ho poco da perdere. Se emergerà che la colpa del disastro è stata nostra (delle vittime) povero giudice…", ha dichiarato l'uomo a Fanpage.it.

Matrone ha comunque aggiunti: "Non smetto di confidare nella giustizia. Non considero un'ingiustizia quella dell'archiviazione dei 22 indagati, lo sapevo già che sarebbe potuta finire in questo modo. La sconfitta sarebbe l'archiviazione dei 25 indagati nel processo madre. Abbiamo saputo che secondo la Procura quel giorno i ritardi nei soccorsi non ci sono stati, abbiamo fatto opposizione ed è stata rigettata. Di più non potevamo fare. La nostra battaglia comunque non è finita e su Rigopiano la giustizia italiana non può permettersi di commettere errori. Lo ripeto, non giocassero col fuoco". Giampaolo Matrone non si arrenderà, quindi, ma dopo quasi tre anni di battaglia lascia che la giustizia faccia il suo corso nelle aule dei tribunali: "Ora voglio pensare anche alle cose belle della vita – dice -. Il Natale è una di queste, e voglio trascorrerlo bene con mia figlia. La notizia dell'archiviazione non riuscirà a rovinarlo, ci sono gli avvocati che stanno continuando a lavorare, io non mi arrendo. Ho rifiutato molte ospitate in televisione: ne ho fatte tanti in questi tre anni e non sono servite a molto. Ora l'unica cosa di cui ho paura è di una sentenza che non faccia piena giustizia, perché io non voglio accontentarmi".

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