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Ancora grave la bracciante di 26 anni impigliata per i capelli. I sindacati: “Fermiamo la strage”

La giovane, di origini albanesi, per cause ancora in via di accertamento è rimasta impigliata con i capelli ad un giunto cardano, strumento comunemente utilizzato in agricoltura per la trasmissione meccanica. Cgil, Cisl e Uil: “Fermiamo la strage sui luoghi di lavoro. Venga fatta piena chiarezza sulle circostanze dell’incidente”.
A cura di Davide Falcioni
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Restano gravi le condizioni della ragazza di 26 anni vittima questa mattina di un incidente sul lavoro in un appezzamento di Boscone Cusani, frazione del comune di Calendasco, in provincia di Piacenza: la giovane, per cause ancora in via di accertamento, è rimasta impigliata con i capelli ad un giunto cardano, strumento comunemente utilizzato in agricoltura per la trasmissione meccanica, in questo caso impiegato per attivare le operazioni di irrigazione da un pozzo. La forza della pompa ha scaraventato la ragazza a terra facendole perdere i sensi. Soccorsa dai vigili del fuoco, la giovane è stata condotta all'Ospedale Maggiore di Parma in eliambulanza.

Nel frattempo i primi accertamenti condotti dai carabinieri hanno rivelato che la 26enne, di origini albanesi, era regolarmente assunta a tempo indeterminato in un’azienda agricola che ha sede legale a Rottofreno e nella quale lavora anche il marito, suo connazionale che ha assistito alla scena ed è subito corso in ospedale. I due hanno un figlio e vivono a Sarmato (Piacenza). Resta invece da chiarire se siano state rispettate tutte le norme attinenti la sicurezza sul lavoro in un comparto – quello agricolo – che più degli altri presenta rischi per i lavoratori e in cui gli incidenti mortali sono purtroppo all'ordine del giorno. Intanto Cgil, Cisl e Uil di Piacenza in una nota congiunta hanno chiesto che venga fatta piena luce su cosa sia accaduto alla giovane bracciante: "L’ennesimo incidente sul lavoro ha come vittima questa volta una giovane lavoratrice, appena ventiseienne — scrivono — . Chiediamo di fare piena chiarezza sulle circostanze dell’incidente, ancora in corso di accertamento. La campagna nazionale e regionale promossa con lo slogan ‘Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro' sarà prolungata perché la situazione delle morti e degli infortuni delle lavoratrici e dei lavoratori specialmente in agricoltura, nei cantieri ed in fabbrica è diventata un’autentica emergenza, impossibile da mettere in secondo piano. In tutti i luoghi di lavoro devono essere applicate e rispettate le misure normative e contrattuali previste, altrimenti non si può più parlare di ‘incidenti sul lavoro’, ma di una strage consapevole che ha dei responsabili".

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