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Ultimatum di Berlusconi a Monti: “Basta con le tasse o si vota”

Il Cavaliere nel corso del suo incontro a Palazzo Chigi con Monti ha ribadito ancora una volta la lealtà verso il governo tecnico, ma ha non ha mancato di lanciare il suo monito: “Siamo noi gli arbitri, altrimenti al voto”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il cavaliere lancia il monito al governo tecnico

Lo aveva annunciato ieri sera tramite il suo profilo Facebook: «Questa sera cena a Palazzo Grazioli con i ministri del mio governo». C'è naturalmente chi gli ha fatto notare che mancava la parola "ex" davanti a governo, ma il Cavaliere non ha potuto ribattere in quanto era a colloquio con colui che lo ha sostituto alla guida dell'esecutivo. L'incontro di Silvio Berlusconi col presidente del Consiglio Mario Monti è durato circa un'ora e mezza.

Una chiacchierata, alla quale si è aggiunta pure quella tra l'ex premier e il leader del Pd Bersani, nella quale si è iniziato a delineare il cammino che dovrebbe portare alla Fase Due della manovra. Quella all'insegna della «crescita» auspicata da Monti, dopo il «rigore» della prima fase. Anche per questo lo stesso Berlusconi ha assicurato che appoggerà lealmente il nuovo governo tecnico ma, allo stesso tempo, lo ha avvertito che il Pdl girerà le spalle a Monti nel caso quest’ultimo «continui con questa imposizione fiscale e se la posizione della sinistra e sindacati continua sulla linea della rigidità». Dunque le elezioni anticipate non sono un miraggio, soprattutto se «l’arbitro del destino del governo resta il Pdl» E a ben vedere la campagna elettorale «è già iniziata” e procederà anche grazie alla «grande forza elettorale che ha il nuovo Pdl. Siamo pronti a riorganizzare il partito a guida Alfano, preparandoci alle elezioni. Dobbiamo avere un approccio positivo», aggiunge Silvio.

Quindi la frecciata:

Nessuno può dire quanto potrà  dire quanto duri questo governo. Si potranno verificare alcune condizioni: la prima è che c'é un accordo con l'Udc, con cui vinceremo sicuramente ed è per questo che dobbiamo avviare una trattativa che porti a stringere un'alleanza; l'altra è che se i sondaggi ci dicessero che possiamo vincere anche da soli.

Sostanzialmente, l'ex premier vorrebbe che la direzione amministrativa e politica italiana, venisse fuori da  un'azione collettiva, una regia collegiale,  che implichi la partecipazione, oltre che dei "tecnici", dei partiti politici di maggioranza. Ipotesi declinata da Pier Luigi Bersani. «Il regista ce l'abbiamo già, lasciamo stare la cabina…».

Nell'incontro di Palazzo Chigi si è parlato pure di una questione assai cara a Berlusconi, quella delle frequenze televisive. Da non sottovalutare l'argomento della riforma del lavoro, che il Cavaliere rivela di voler esaminare dettagliatamente, ma solo dopo essere stato assicurato da Monti che qualcosa sarà fatto in merito alle riforme istituzionali, un punto fondamentale, secondo Silvio, perché un governo sia legittimato ad muoversi.

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