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Riforma della Giustizia, Anm contro il Governo: “Questa maggioranza non ha legittimità”

Il segretario dell’Anm Giuseppe Cascini è durissimo contro la riforma della giusticia varata la settimana scorsa dal Consiglio dei Ministri. L’esecutivo non avrebbe la legittimità morale, culturale, politica e storica per affrontare una riforma costituzionale di tale portata.
A cura di Alessio Viscardi
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Durissime parole pronunciate dal segretario dell'Anm, Giuseppe Cascini, intervenuto stamane a un convegno sulla giustizia organizzato da Sinistra Ecologia e Libertà. Secondo il magistrato, il governo Berlusconi è privo della “legittimità morale, culturale, politica e storica” per affrontare in modo concreto il vulnus della riforma della giustizia in modo costituzionale. Durante il suo intervento, Cascini ha usato parole dure contro l'esecutivo: “Ci sono le premesse storico-politiche per cui la maggioranza di governo ridisegni l’assetto della magistratura? Oppure si tratta solo di una dichiarazione di guerra da parte di un potere dello Stato? Non dimentichiamo che il ministro della Giustizia Alfano che oggi si presenta come aperto al dialogo, partecipò a quella riunione in cui fu stilato il documento che definì gli uffici giudiziari come avanguardia rivoluzionaria”.

Il segretario dell'Associazione Nazionale Magistrati – dopo lo sciopero minacciato dall'Anm in diverse occasioni – sottolinea con fermezza che il vero problema è rimanere liberi dalle imposizioni “mediatiche”, secondo cui “dire di no” significherebbe essere “conservatori”: “L’idea diffusa tra la sinistra che in fondo un po' di ragione Berlusconi la abbia ha trovato sbocco nella bozza Boato. Ma è una subalternità culturale e politica a un tema declinato dalla destra. Questo non significa negare che ci siano problemi nel mondo della giustizia, ma mi aspetterei dalla sinistra una risposta reale di sinistra”.

Temi caldi della riforma approvata dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa sono la separazione delle carriere, lo sdoppiamento del Csm in due tronconi, una riduzione dell'obbligatorietà dell'azione penale e la responsabilità civile dei magistrati, senza dimenticare l'impossibilità per l'accusa di ricorrere in appello dopo l'assoluzione in primo grado. Secondo Cascini, sarebbe possibile ragionare con il governo sul tema giustizia solo se “non si mette in discussione l’autonomia e l’indipendenza della magistratura”. Invece, il dll presentato dà ulteriori poteri e spazio alla politica che “non ha dato buona prova di sé, allora può avere un maggiore peso sul modo di funzionare della magistratura?”

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