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Riforma della Giustizia: via libera dal Consiglio dei Ministri

Separazione delle carriere tra giudici e Pm, responsabilità civile dei magistrati e riduzione del peso politico all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura. Questi i punti cardine dell’epocale riforma della Giustizia voluta da Silvio Berlusconi, oggi all’esame del Cdm.
A cura di Alessio Viscardi
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La riforma della Giustizia, definita epocale dal presidente Silvio Berlusconi, approda oggi all'esame del Consiglio dei Ministri. Il Cdm dà il via libera al testo di legge. Ieri il guardasigilli Alfano e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ne hanno discusso i punti chiave. Il ministro della Giustizia ha dichiarato di aver “recepito” tutte le istanze del Colle. Inoltre, Alfano ha colloquiato anche con il presidente del Consiglio a Palazzo Grazioli. Pienamente “soddisfatto” da entrambi gli incontri, il ministro ha anche dichiarato che non esisteva ancora un testo vero e proprio fino a ieri, soltanto oggi il ddl sarà presentato al Cdm.

Secondo fonti vicine al Pdl, il presidente Napolitano avrebbe fatto pressioni sul Guardasigilli per ottenere con il testo il massimo consenso possibile in Parlamento. Una “larga intesta” sul ddl è nelle speranze anche di Berlusconi. Ulteriore incontro, Alfano lo ha avuto alla Camera con il gruppo dei cosiddetti “responsabili” – transfughi e nuovi acquisti della maggioranza dopo l'abbandono di Fli. In questa occasione, il ministro ha annunciato una serie di manifestazioni necessarie a illustrare i contenuti del nuovo disegno di legge.

Contenuti che secondo Maurizio Gasparri puntano alla separazione delle carriere tra Pm e magistrati, inoltre si vuole ridurre il “tasso di politicizzazione che c'è tra le toghe, soprattutto nel Csm”. Infine, verrà introdotta la responsabilità civile dei magistrati. L'opposizione annuncia guerra in Aula, Pier Luigi Bersani dichiara che quella in esame al Cdm è una “manovra per dare copertura sul piano politico al bricolage domestico di aggiustamento delle leggi ad personam utile per continuare a non parlare dei problemi seri dell'ordinamento”. Durissimo anche il leader di Idv, Antonio Di Pietro, secondo cui “questa riforma è peggio delle leggi ad personam. È una riforma a favore del sistema piduista, delle lobby e di coloro che vogliono negare ai magistrati il controllo della legalità. È una violazione dello Stato di diritto e dello Stato democratico”.

Il Terzo Polo ha calendarizzato per oggi, dopo il Consiglio dei Ministri, un vertice tra Pier Ferdinando Casini, Italo Bocchino e Francesco Rutelli per esprimere un giudizio sulla riforma della Giustizia. Intanto, l'Anm minaccia di scioperare per protesta e la Lega nord scambia la riforma della Giustizia per il Federalismo.

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