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Stupri Rimini, il 17enne complice di Butungu: “Guerlin ha ucciso tante persone in Congo”

Le rivelazioni sul passato del congolese considerato il leader del branco che ha stuprato una turista polacca e una trans peruviana a Rimini sono state fatte dal complice minorenne nel corso della sua confessione: “In Congo, Guerlin aveva ucciso tante persone e per quel motivo era andato via”.
A cura di Susanna Picone
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Guerlin Butungu, il ventenne congolese arrestato a settembre con l’accusa di aver partecipato ai due stupri di Miramare, a Rimini, ai danni di una turista polacca e di una transessuale peruviana, avrebbe anche ucciso nel suo Paese d’origine. O almeno questo è quanto ha raccontato uno degli altri ragazzi del branco accusato delle violenze di Rimini. “In Congo, Guerlin aveva ucciso tante persone e per quel motivo era andato via”, avrebbe detto il diciassettenne nigeriano complice di Butungu. A riportare le parole del giovane è Il Resto del Carlino. Le rivelazioni sul passato in Congo di Butungu, considerato il leader del branco degli stupri di Rimini, sono state fatte nel corso della confessione del diciassettenne agli investigatori della Squadra mobile di Rimini. Gli inquirenti sarebbero convinti che il racconto del minorenne sia realistico anche su ciò che è accaduto a Rimini la notte del 26 agosto, quando Butungu e i tre minorenni hanno aggredito la coppia sulla spiaggia e poi si sono diretti verso la Statale per violentare la trans peruviana. Il giovane nigeriano avrebbe anche detto che con il ventenne era già uscito altre volte prima di quella sera “e l’avevo visto commettere furti con destrezza, però senza mai aggredire le persone”. Per Butungu è iniziato nei giorni scorsi il processo, poi rinviato al 17 ottobre.

La Fondazione vittime reati dell'Emilia-Romagna aiuterà le vittime del branco

Intanto la Fondazione vittime reati dell'Emilia-Romagna ha fatto sapere di aver deciso di aiutare economicamente le vittime del branco che in estate ha seminato terrore nella spiaggia di Miramare. La coppia di ragazzi polacchi e la peruviana hanno riportato pesanti traumi sia sul piano fisico sia sul piano psicologico ed emotivo “ed è proprio qui – fa sapere la Fondazione – che si inserisce il nostro intervento”: “Un contributo economico certo non cancella la violenza di quella notte ma speriamo possa rendere più affrontabile il difficile percorso che segue, per ritrovare il proprio equilibrio con tutti gli aiuti sanitari, psicoterapeutici, legali e di assistenza che possono essere necessari”. La Fondazione ha messo a disposizione una somma di 10000 euro per ciascuna delle persone offese.

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