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Pebbling, i pinguini ci insegnano come amare: il segreto è nella cura e nelle piccole cose

C’era una volta lo squillo dei Millennials! Che sia un fiore o un biglietto (o il sassolino dei pinguini) l’importante è quel piccolo gesto di cura che fa la differenza.
A cura di Giusy Dente
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Nel mondo animale, tra i pinguini dell'Antartide nello specifico, accade qualcosa di insolito, ma al tempo stesso adorabile e di certo molto interessante. Alcune specie di pinguini maschi (Adelia e Papua) scelgono accuratamente un sassolino da offrire alla femmina per catturare la sua attenzione e iniziare il corteggiamento. È un rituale che sancisce l'inizio della vita di coppia, perché se il ciottolo viene accettato dalla femmina, significa che si procederà con l'accoppiamento. I due esemplari continueranno a scambiarsi sassolini per dimostrarsi reciprocamente lealtà e interesse; poi andranno avanti insieme nella ricerca di ciottoli lisci per costruire il nido, andando così a rafforzare il loro legame sempre più, a creare una sinergia stabile e duratura. Proprio a partire da quest'immagine è nato, nel mondo umano, il termine pebbling, che significa appunto "ciottoli" e che va a identificare un comportamento che può essere applicato anche tra persone, per rafforzare la connessione tra partner e darsi qualche possibilità in più di "per sempre".

A pensarci bene, infatti, quello che fanno i pinguini è qualcosa di elementare e al tempo stesso lungimirante. A partire da un piccolo gesto, e poi un piccolo gesto dopo l'altro, costruiscono fisicamente un nido e al tempo stesso anche qualcosa di meno tangibile, come un legame sentimentale. I pinguini maschi della specie Adelia, per esempio, portano dei sassolini alla compagna prima di entrare in acqua: un modo per dire "Tornerò", per dare una rassicurazione.

I sassolini, portati nel mondo degli umani, ovviamente non sono pietre, ma sono tutto un insieme di attenzioni, piccoli doni, gesti capaci di strappare un sorriso, capaci di trasmettere un messaggio semplice, ma che arriva dritto al cuore, come un "Ti sto pensando". Perché anche solo inviare un video stupido può essere un modo per condividere un'emozione, per far sapere all'altro che quella clip ha scatenato un ricordo. Non è banale, in un'epoca in cui tutto corre veloce e sembra che il tempo per le relazioni umane sia imploso, si sia ristretto. Tutto è lavoro, è incombenze quotidiane, è burocrazia, è tempi morti alla fermata del bus. E il tempo per tenere vivi i rapporti umani? Anche loro necessitano di attenzione.

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In questo tran-tran ciò che si rischia di perdere è la cura verso il prossimo, verso chi si ha vicino: lo si dà per scontato. Invece la cura è quel segreto che consente alla relazione di restare accesa, di non spegnersi. Ognuno esprime la cura a suo modo: di base c'è però quella volontà di far star bene l'altro, è una premura che si fa senza chiedere nulla in cambio, col solo scopo di rendere felice qualcuno con poco ogni giorno. Nulla di eclatante, come purtroppo ci hanno insegnato i social: spopolano video di proposte di matrimonio spettacolari, di vacanze di coppia in posti da favola, di cene in luoghi lussuosi ed esclusivi, di regali costosi. Se non lo metti sui social è come se non fosse successo, dunque si pensa più alla regia, che a viversi il momento vero e proprio, che per meritarsi il like deve per forza essere qualcosa di grandioso.

Ben venga la grandiosità se e quando possibile, ma senza dimenticarsi quanto possano essere forti le piccole cose, i famosi sassolini dei pinguini, che restano un modo efficace per dimostrare gratitudine, amore, apprezzamento. Che sia una lettera scritta di proprio pugno o un fiore, una canzone di passaggio alla radio o un messaggino o il caffè pronto la mattina. Fino a 15 anni fa, i Millennials lo sanno bene, c'era "lo squillo"! Oggi ci sono Gif, Reel e Meme, ma vale tutto, purché sia fatto col cuore.

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