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Il terrore di Ansu Fati, un altro infortunio: la rabbia nascosta della famiglia con il Barcellona

Ansu Fati, che ha ereditato la maglia numero 10 del Barcellona di Lionel Messi, è incappato in un altro infortunio, stavolta al ginocchio destro, non quello operato. Sebbene non sia grave come quello che lo ha tenuto fermo per quasi un anno, questo nuovo stop apre dubbi sulla sua tenuta fisica a lungo termine.
A cura di Antonio Moschella
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Dopo aver preso la numero 10 lasciata da Lionel Messi, dando atto di una notevole fiducia nei propri mezzi, Ansu Fati ha iniziato la stagione 2021-22 da autentico trascinatore di un Barcellona emotivamente molto fragile. Blindato da una clausola monstre di 1 miliardo di euro, il giovane prodigio del Barça è il principale indiziato a risollevare le sorti del club blaugrana. Il guineano naturalizzato spagnolo è però stato bloccato da un fastidio al ginocchio destro, che per molto tempo ha dovuto compensare le tribolazioni di quello sinistro, operato quattro volte in poco più di sei mesi. L'ennesimo stop in tempi recenti apre a uno scenario incerto nel futuro immediato del ragazzo sul quale la società catalana ha fatto all-in pochi giorni fa. All'origine di questa situazione traballante, tuttavia, ci sono delle discrepanze tra la famiglia del calciatore e il club catalano.

Due operazioni ravvicinate 

La notizia della lacerazione del menisco del ginocchio sinistro nel novembre 2020 non fu inizialmente raccolta con eccessiva preoccupazione nell'ambiente blaugrana, dato che la diagnosi prevedeva un ritorno in campo quattro mesi più tardi. La prima operazione effettuata dal dottor Ramon Cugat, un autentico luminare catalano da sempre legato al club blaugrana, fu però seguita da una seconda due mesi dopo. Il motivo: l'articolazione del giovane attaccante non si sgonfiava e il dolore non svaniva. Il più preoccupato di tutti era Bori Fati, papà della perla della cantera del Barça e attanagliato dalla paura di vedere in pericolo la carriera di suo figlio, un indiscusso fenomeno. Numerose furono le telefonate di Fati senior ai dottori del Barça nelle quali si denotava un tono di rabbia misto a terrore per via dell'incertezza sulla salute del suo erede. Fino a quando, nella primavera scorsa, a prendere in mano la situazione è stato proprio Ansu, il quale con una calma da veterano rincuorò suo padre dicendogli: "Non ti preoccupare, io sono sereno e so che andrà tutto per il meglio". L'ottimismo del giovane calciatore contrastava però con i fatti: aumentando i carichi di lavoro, il ginocchio continuava a far male. Se la seconda operazione fu realizzata quasi di nascosto, il terzo intervento, stavolta in artroscopia, fu effettuato ai primi di maggio con l'intenzione di pulire il ginocchio dopo che la stagione 2020-21 era stata data per persa.

Dalla Francia al Portogallo

Poche settimane prima il calciatore si era recato a Lione, presso il centro ortopedico Santy, affinché venisse visitato dallo specialista Bertrand Sonnery-Cottet, conosciuto per aver operato con successo Karim Benzema e Nabil Fekir, quest'ultimo anch'egli vittima di una gravissima e lunga lesione al ginocchio. La decisione del medico francese fu quella di optare per un trattamento conservatore con il fine di non affaticare i legamenti. Dopo due settimane, però, i problemi persistevano e la maledizione non sembrava voler cessare. Bori Fati pensò bene di snobbare il Barça  per rivolgersi a Jorge Mendes, da poco diventato agente di suo figlio, che suggerì dunque un viaggio a Porto a fine maggio. In quel caso la decisione del calciatore fu quella di sottoporsi a una meniscectomia parziale, ossia un intervento di asportazione di una parte del menisco originale per poter favorire un rientro alle attività in due mesi e dunque permettere ad Ansu di effettuare una preparazione estiva completa. Il risultato, in questo caso, è sembrato positivo, con Fati a rialzare la testa dimostrando che il suo ottimismo era fondato.

Poi, all'improvviso, ecco arrivare l'ultimo stop per un fastidio al ginocchio destro del quale non è stata approfondita la natura. Forse una reazione all'eccessivo sforzo per sopperire alle mancanze dell'articolazione opposta? La speranza è che si tratti di una piccolezza e che quello che apparentemente sembra essere un fragile destino non condizioni la carriera di un predestinato sempre col sorriso sulle labbra e che farà di tutto per andare nuovamente oltre l'ostacolo. Per la quinta volta in un anno.

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