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Temptation Island 2023

Temptation Island è l’horror dei sentimenti con un unico lieto fine: meglio essere single

Tra corna e amorazzi già cult, è partita la nuova edizione di Temptation Island. Nulla di nuovo sotto al sole, il reality di Canale 5 conferma la solita, semplice e purtroppo spesso inaccettabile verità: essere single a volte non è un anatema, è una vera benedizione.
A cura di Grazia Sambruna
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Estate 2023, Temptation Island riapproda su Canale 5 e nella vita è sempre bello trovare conferme. Anche perché ogni giorno un single si sveglia e sa che affronterà la giornata in equilibrio precario. Da una parte, il lusso di sentirsi libero. Frequentare le app di incontri, divertirsi fino a tardi, il fascino nemmeno troppo discreto dell’indipendenza. Dall’altra, la costante consapevolezza di non avere nessuno al proprio fianco, di non essere stato “scelto”, di aver forse rinunciato a scegliere. Smezzare l’affitto, non pagare il doppio le porzioni perennemente da due al supermercato, poter contare su una mano sugli occhi quando capiterà di vedere tutto nero. Non solo i contro, ma anche i pro della vita di coppia, specialmente per chi non ne ha una, sembrano infiniti. In una parola: tentano.

Poi, finalmente, Temptation Island, il reality dove si contano più tatuaggi che occhi, più corna che buone intenzioni, torna a essere faro, o meglio falò, nella notte. Letteralmente un horror dei sentimenti, porta con sé un promemoria che è anche lieto fine, assioma massimo: single non è anatema, single è benedizione. Essere in due in certi casi appiccica ai nostri ventricoli una speciale carta moschicida in grado di attirare solo problemi e sciagure che, rimanendo spaiati, starebbero ben lontani dal cuore, dagli occhi, dallo stomaco, da tutto. Che pace.

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Le sette coppie in gioco sono una più horror dell’altra e mostrano, tipo Google Maps, le precise coordinate di quel pantano che è il miserrimo tentativo di stare insieme, l’ostinazione di continuare a essere una coppia anche quando il sentimento è arrivato al capolinea già da un pezzo. E, per arrivarci, impiega in media un paio di mesi. Ci siamo passati tutti. O lo abbiamo sentito raccontare. Di certo non rimpiangiamo quello specifico tipo di sabbie mobili, né ne proviamo invidia.

Il confronto con l’altro, leggenda narra, può aiutare a crescere, ma può arrivare anche a tarpare le ali: almeno una volta nella vita, siamo stati Manu che si fa umiliare da Isabella ogni giorno perché lei lo considera “mediocre”. Motivo? Fa il tranviere, non è abbastanza ricco. Invece di mollarla seduta stante, lui si spertica e affanna: vuole “diventare una persona valida ai suoi occhi”. Un uomo onesto, un uomo probo si innamorò perdutamente di una che non lo amava niente, come cantava De Andrè. In una celebre canzone che finisce con lui che sacrifica la propria stessa vita. E ancora non è abbastanza.

Ognuno di noi, chi più chi meno, poi, ha subito e perpetrato tradimenti. Oppure si è trovato nella situazione di non saper trovare le parole per mollare qualcuno. E allora è andato avanti a strascico, imprecando tra sé e sé per la mancanza di coraggio e confidando in ogni predizione sull’asteroide di turno che, almeno una volta al mese oramai, minaccia di centrare in pieno il pianeta Terra. Comunque, un modo pulito per uscirne.

L’amore è bello, struggente, pieno di emozioni solo nelle canzoni d’amore. Nella vita di tutti i giorni, inciampa spesso in Temptation Island. Lo dice bene Federico, forse il fidanzato maggiormente carogna di questa edizione: “Se l’amore è quello che vedo nei film, io non lo provo per la mia compagna”. In attesa che Gabriele Muccino scriva un copione per la sua prossima relazione, tocca arrendersi: l’amore è banale, crea problematiche futili da cui nascono guerre intestine, spesso passivo-aggressive di cui non verrà fatta menzione in una ballad di Tiziano Ferro, primo ambasciatore del fatto che, dopotutto, l’amore sia “una cosa semplice”. E siamo d’accordo, l’amore può diventare la cosa più semplice con cui rovinarsi le giornate, qualcosa che poi  detona, puntuale, la tragicommedia delle parti.

L’amore ha un ufficio stampa formidabile, trova costantemente il modo di rendersi più appetibile di quanto in realtà non sia. È storia comprovata, anche solo alcune personali esperienze, che possa finire a schifo. Che ogni coppia arrivi a vivere un equilibrio precario di compromessi e rivendicazioni più spietato di Squid Game. E con le regole del gioco in coreano senza sottotitoli. Chi glielo fa fare? L’amore diventa così la più grande fregatura di tutti i tempi, un’esigenza imposta che ci spinge a cercare spasmodicamente la nostra metà, trascurando il dato fattuale più importante di tutti: siamo nati già interi. Un gioco al massacro quando si rinuncia alla propria individualità illudendosi sia per il bene della coppia, ché l'amor proprio è già di per sé un bene preziosissimo, di lusso vero.

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Sto scrivendo. Perennemente in attesa che il sollevamento di questioni venga riconosciuto come disciplina olimpica.
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