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Ainett Stephens: “Mia madre e mia sorella rapite e uccise, nessuno ha seguito me e i miei fratelli”

Ainett Stephens, la popolare ex gatta nera delle prime edizioni de Il mercante in fiera, racconta l’adolscenza segnata da un evento traiumantico: la morte della madre e della sorella, rapite e uccise al rientro da un viaggio ai Caraibi.
A cura di Stefania Rocco
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È stata un’adolescenza segnata da un lutto difficile da metabolizzare quella di Ainett Stephens, popolare ex gatta nera delle prime edizione de Il mercante in fiera, il preservare tornato in onda a partire da quest’anno su Rai2 con Pino Insegno (e senza la partecipazione di Ainett, la cui esclusione ha favorito la nascita di una polemica con il conduttore). Intervistata da Luca Casadei durante l’ultima puntata del podcast One More Time di OnePodcast, Ainett ha raccontato la drammatica scomparsa della madre e della sorella:

Avevo 22 anni quando è scomparsa mia sorella, ero già qua in Italia. Mia madre e mia sorella sono partite  per fare un viaggio, sono andate nei Caraibi, poi quando sono tornate indietro le hanno rapite e le hanno uccise tutte e due. Non sappiamo niente di più. Quando lo racconto le persone rimangono basite perché lo racconto con tanta tranquillità. La verità è che loro sono dentro di me. Io le ricordo con tanto amore, ricordo mia madre quando ballava le canzoni di Bob Marley… voglio ricordarmi questi momenti. Ho cercato di tenermi il meglio di loro.

Ainett Stephens: “Mia madre non era affettuosa, nessuno seguiva me e i miei fratelli”

Ainett aveva già raccontato in passato di non avere avuto un rapporto semplice con la madre, una storia sulla quale torna oggi, confermando quanto aveva già dichiarato: “A livello di relazioni con altri bambini la mia è stata un’infanzia molto gioiosa. Ma mia madre non è mai stata una madre affettuosa, era molto fredda, lavorava tutto il giorno ed era molto severa. Noi eravamo tutti molto indipendenti. Adesso che sono una donna mi rendo conto che con i miei fratelli non abbiamo mai affrontato veramente il tema della perdita di mia madre. Abbiamo avuto tante mancanze emotive, troppe cose dolorose, e siamo cresciuti come piante selvagge. Non abbiamo avuto nessuno che ci ha veramente seguito”. A crescerla, regalandole quel calore che le era mancato da bambina, fu la nonna: “Io ho vissuto qualche anno con mia nonna e posso dire che tutto ciò che sono lo devo a lei. Quando mia nonna mi preparava il panzerotto fritto io me lo ricordo, perché lei lo faceva con amore. Invece mia mamma lo faceva quasi per dovere. Sono quelle piccole cose che i bambini colgono”.

Ainett Stephens: “Picchiata dal marito di mia madre”

Ainett ha raccontato anche le violenze subite e alle quali ha assistito, perpetrate da un ex compagno della madre: “Eravamo 8 fratelli. Mia madre ci ha cresciuti da sola, mio padre provvedeva solo economicamente. Vengo da una città venezuelana di periferia, abitavo in un quartiere carino, eravamo una famiglia povera ma le cose basiche le avevamo. Abbiamo vissuto delle violenze da parte di un marito di mia madre. Per qualunque cosa ci picchiava. Arrivava la polizia in casa, lui minacciava mia madre con un coltello, l’attaccava al muro… io avevo 5 o 6 anni”. Alla situazione difficile a casa si accompagnavano gli episodi di razzismo subiti:

Il venezuelano tipico è olivastro e c’è un grosso problema di razzismo – oggi mi dicono un po’ meno ma allora era molto molto grave – e quindi ogni giorno a scuola ero bullizzata e derisa perché ero nera, è arrivato un momento che non volevo nemmeno andare più a scuola. Al casting per Miss Venezuela avevo 17 anni, eravamo 54 ragazze, ero l’unica nera e mi prendevano tutte in giro. Ho fatto il casting solo perché ha insistito mia mamma, però poi ho vinto e sono stata ammessa al concorso. Ma mi sono accorta di essere bella solo quando sono arrivata in Italia.

Il riscatto in Italia e l’autismo diagnosticato al figlio: “Ho sofferto tantissimo”

Dopo la morte della madre, Ainett è arrivata in Italia in cerca di fortuna: “I miei fratelli quando mia madre è morta sono rimasti letteralmente in mezzo di strada. Hanno vissuto situazioni di pericolo. Io ero già in Italia ma non aveva la disponibilità economica per aiutarli. Poi da Dio è arrivato questo grande dono e nel giro di un anno improvvisamente ho iniziato a lavorare in tv e tutto è cambiato”. Una vita cambiata anche sotto il profilo privato, quando Ainett è diventata mamma del suo primo figlio al quale, a due anni, è stata diagnosticata una forma di autismo:

Dopo due anni dalla sua nascita ci siamo accorti che qualcosa non andava. A due anni ha smesso di parlare, saltava, giocava ma non parlava. Lo abbiamo portato da una neuropsichiatra e appena Christopher è entrato, lo ha osservato per qualche minuto e ho capito subito da come lo guardava che c’era qualcosa che non andava. Abbiamo fatto ulteriori analisi e la diagnosi è stata di autismo. A noi questa notizia c’è arrivata “senza anestesia”… Io ho sofferto tantissimo, forse più del padre, nel senso che l’ho presa con più dramma”. “Non si può guarire. Dovevamo decidere quale percorso riabilitativo scegliere, ce ne sono tanti, ed eravamo ancora sotto choc. Poi devi parlare con i parenti, e io ho aspettato tanti mesi… devi avere il tempo di metabolizzare, realizzare e accettare soprattutto. La perdita di mia madre in maniera tragica e questa diagnosi sono state le prove più dure della mia vita. È stata come una valanga. Ero depressa, l’ho capito dopo, non volevo uscire, continuavo a mangiare, ero ingrassata. Mi sentivo inutile, avevo l’autostima molto bassa. È durata un anno e mezzo. Poi quando stavo per toccare il fondo ho capito che avevo bisogno di aiuto. Ho chiamato una mia carissima amica e le ho detto che stavo male e che volevo pregare per la mia famiglia e per mio figlio. Ognuno trova conforto come meglio crede, io mi sono sentita di trovarlo in Dio e per me è stato più efficace che se fossi andata dallo psicologo. Christopher oggi ha 8 anni, va a scuola. Non socializza ma è molto amato grazie a Dio. Fa sport, fa tutto, comunica solo in modo diverso. L’autismo è un problema di comunicazione e lo spettro autistico è molto ampio, i bambini autistici hanno tutti caratteristiche diverse. La cosa importante, fondamentale, è la diagnosi precoce.

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