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Kevin Costner vs Christine Baumgartner: il giudice ordina lo sgombero della villa entro il 31 luglio

Il giudice fa valere l’accordo prematrimoniale: la moglie di Kevin Costner dovrà uscire dalla villa entro il 31 luglio. Respinte le argomentazioni di lei, che sosteneva di essere perseguitata e cacciata ingiustamente dalla sua casa.
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Il caso Kevin Costner contro Christine Baumgartner a un punto di svolta. In una sentenza emessa oggi, il giudice ha stabilito che Christine Baumgartner, moglie dell'attore, dovrà lasciare la super villa di proprietà dell'attore di "Balla coi lupi" e "Yellowstone" entro il 31 luglio. La decisione è stata presa dopo una disputa legale tra le due parti, con Baumgartner che affermava di essere perseguitata dal marito e costretta a lasciare la casa contro i suoi diritti. Il giudice ha fatto valore l'accordo prematrionale.

La decisione e la sentenza

La sentenza è stata accolta favorevolmente dall'avvocato Laura Wasser, che difende gli interessi di Kevin Costner, il quale in settimana aveva denunciato la sovrastima delle sue entrate da parte della moglie. Ovviamente, gli avvocati di Christine Baumgartner sostengono che sia ingiusto come termine per lasciare la villa il 31 luglio. Non ci sarebbe il tempo adeguato per trovare un posto in cui vivere. È stata chiesta la proroga al 15 agosto. TMZ ha ottenuto la sentenza scritta dal giudice, confermando che tutte le argomentazioni della difesa di Christine Baumgartner sono state respinte: "i suoi punti sono privi di merito", si legge.

Cosa succede adesso

La decisione del tribunale ha stabilito che la casa di Kevin Costner è di sua proprietà e che ha il diritto di decidere cosa farne. Con la scadenza del 31 luglio, Christine Baumgartner sarà tenuta a trovare una nuova residenza. Non è ancora stato stabilita la cifra che Kevin Costner fornirà nei confronti di sua moglie. L'avvocato specializzato in diritto di famiglia Holly David dello studio Kirker Davis LLP (con sede ad Austin), ha spiegato che nonostante l'ordine del giudice, Christine può ancora essere in grado di ottenere più denaro di quanto indicato nell'accordo prematrimoniale, soprattutto se detto accordo sia stato ratificato prima della nascita dei bambini e non prevedeva né includeva alcuna disposizione per i loro bisogni.

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