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Eurovision Song Contest 2022

Mika ammette le critiche a Eurovision del 2015: “Oggi è diverso, è uno show di grande rilevanza”

L’artista, conduttore di Eurovision 2022, è tornato sulle sue parole critiche nei confronti dell’evento espresse nel 2015, quando disse che le proposte musicali erano “me**a”.
A cura di Andrea Parrella
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Eurovision Song Contest 2022 è ormai alle porte e nel pomeriggio del 9 giugno i tre conduttori, Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika, hanno dato vita alla conferenza stampa di presentazione dell'attesissimo evento. Grande entusiasmo per i tre conduttori e per Mika, che ha mostrato grande apprezzamento per Eurovision ma è anche dovuto tornare sulle sue parole di qualche anno fa, quando non spese belle parole per l'organizzazione.

Le critiche a Eurovision del 2015

Erano a Radio RTL, in Francia, quando il conduttore gli chiese se avesse in mente di partecipare a Eurovision e la risposta fu secca: "No, perché la maggior parte degli artisti mandati in gara sono vergognosi, pura m**da". Alla conferenza stampa di presentazione Mika è stato interrogato proprio su queste parole, ricordandole col sorriso, per poi diventare serio e non negando quelle affermazione, ma contestualizzandole: "Non volevo fare un commento negativo. Quello che intendevo era una reazione alla percezione del tempo. Ho guardato Eurovision da sempre, ho amato molte cose ma ce ne sono altre che non mi sono piaciute, esattamente come per chiunque abbia visto questo evento negli anni. La cosa fa parte del processo. Io credo che Eurovision sia uno show enorme, una grandissima opportunità per ascoltare musicisti in giro per l'Europa e Australia e io sono fiero di partecipare a un evento che negli ultimi cinque anni è diventato oggetto di un enorme investimento finalizzato a realizzare uno show in grado di avere una vera rilevanza, senza perdere tutto quello che ha reso questo show fantastico, dai contrasti al glitter. Ma ci sono anche grandi canzoni, che suonano come se provenissero da luoghi differenti e non tutte alla stessa maniera". In sostanza l'artista sostiene che il progresso di Eurovision nell'ultimo quinquennio sia stato cruciale nel renderlo un evento davvero rappresentativo delle specificità culturali:

Tanti elementi produttivi che hanno fatto fare un salto in avanti a Eurovision, diventato anche una competizione per vedere quale paese possa fare meglio del precedente nell'organizzazione. È incredibile l'impatto che Eurovision riesce ad avere oggi, quello che è successo ai Maneskin è notevole, così come per molti artisti che li hanno preceduti. Una rilevanza  in grado di portare grandi canzoni che sono il simbolo dei diversi paesi che partecipano.

Quindi ha chiuso tornando a quelle parole di alcuni anni: "Se le rimpiango oggi? Posso dire che mi sento a disagio a parlarne, ma quello che posso dire è di essere qui per dare il mio meglio affinché si possa realizzare il migliore show possibile". 

Eurovision in tempo di guerra

Non è stato il solo tema affrontato in conferenza stampa dall'artista, che si è espresso anche sull'attuale situazione e sulla rilevanza simbolica di un evento come Eurovision in questo momento storico: "È un momento di divertimento e siamo tutti coscienti del valore di questa cosa nel momento storico che viviamo. È un evento con una grande storia, ricordo quando con mia sorella costringevamo i nostri genitori a spostare la televisione dalla cucina alla sala da pranzo per vederlo e discutere di ciò che ci piaceva e ciò che trovavamo orribile. La cosa è proseguita con gli amici, bevendo birra, discutendo di cosa ci piaceva e cosa no. È un onore essere qui oggi".

La mancata partecipazione del Libano a Eurovision

Nel dare un assaggio del suo repertorio ad Eurovision ("canterò Patti Smith"), l'artista libanese ha detto la sua sull'assenza del suo Paese da Eurovision, la cui ultima partecipazione risale al 2004, con la squalifica nell'anno successivo per la decisione della Tv di stato di non mostrare le immagini dell'esibizione di Israele: "Una vergogna che il Libano non partecipi all'Eurovision, sarebbe stato bellissimo. Abbiamo iniziato questa conferenza sottolineando l'idea che la musica è spesso capace di avvicinare. Ci sono tantissimi talenti in Libano e la diaspora libane… Vorrei rivederli in futuro, se succedesse ne sarei felicissimo".

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