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Siria, la rappresaglia continua: altri 42 morti. Ma arrivano le sanzioni dagli USA

Il governo americano è stata criticato per non aver risposto prontamente alla rivolta in Siria – dove più di 500 persone sono state uccise e oltre 2.000 sono i feriti.
A cura di Biagio Chiariello
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Sfidando i carri armati, le truppe del regime e le loro armi da fuoco, migliaia di persone sono scese in piazza in Siria nel "Venerdì della Collera" per protestare contro la sanguinosa repressione del governo sui manifestanti e sollecitare la cacciata del presidente Bashar Al Assad, secondo vari testimoni e rapporti dei media sul posto. Almeno 42 persone sono state uccise, denunciano gli attivisti dei diritti umani: circa la metà di loro sono state freddate mentre cercavano di infrangere un blocco da soldati a Daraa, la città meridionale dove sei settimane fa ha avuto inizio la più grande sfida ai quattro decenni di dittatura della famiglia Assad. Secondo l'Osservatorio siriano per i Diritti Umani il sangue dei manifestanti ha bagnato anche Rustun, Laodicea, Homs e la città di Qadam, nei pressi di Damasco. Le autorità siriane hanno invece affermato che nove membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi da quelli che i funzionari hanno descritto come "gruppi terroristici". L'agenzia di notizie statale Sana afferma che le milizie siriane hanno arrestato 156 persone vicino a Daraa.

Nella prima risposta internazionale concreta alla repressione in Siria (ecco la video-gallery), l'amministrazione Obama ha annunciato sanzioni contro tre alti funzionari della sicurezza siriana, tra cui il fratello di Assad, e la Quds Force, unità speciale del Pasdaran, il corpo militare istituito in Iran, accusato dalla Casa Bianca di consigliare il governo siriano alla soppressione della folla. Le sanzioni prevedono il congelamento di qualsiasi bene posseduto negli USA e il divieto di fare affari con i cittadini americani. Poiché si ritiene che la famiglia Assad non abbia particolari ricchezze degli Stati Uniti, le misure sono per lo più simboliche. Tuttavia il loro peso politico potrebbe sollecitare gli alleati europei ad adottare provvedimenti simili.

Non a caso fonti diplomatiche UE hanno riferito che Bruxelles è già impegnata per studiare "un embargo sulle armi e sugli strumenti di repressione" e predisporre "urgentemente misure aggiuntive adeguate". A Ginevra, è stata invece approvata una risoluzione da parte del Consiglio dei Diritti Umani che condanna la repressione e che autorizza l'organismo ad indagare sui presunti abusi dei diritti umani del governo di Assad.

Il governo americano è stato criticato per non aver risposto prontamente alla rivolta in Siria – dove più di 500 persone sono stati uccise e oltre 2.000 sono i feriti – con la stessa alacrità, con cui si è adoperata per le rivoluzioni in Tunisia, Egitto e Libia. L'amministrazione Obama ha riferito che le sanzioni nello specifico sono destinate a Maher Assad, fratello di Assad e capo della quarta Divisione Corazzata dell'esercito siriano, accusato di aver ordinato le peggiori atrocità a Daraa; Atif Najib, cugino di Assad, ex capo della sicurezza politica a Daraa ; e capo dell'intelligence Ali Mamluk.

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