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Sea Watch, Salvini: “Applausi a Carola Rackete al Parlamento Ue sono offesa all’Italia”

Il leader della Lega ed ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si scaglia contro l’elogio tributato dal Parlamento europeo alla comandante della Sea Watch, Carola Rackete, con una standing ovation: “Provo pena, imbarazzo e vergogna per chi ha applaudito Carola Rackete a Bruxelles, è un’offesa all’Italia”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La comandante della Sea Watch, Carola Rackete, è stata salutata dagli europarlamentari con una standing ovation, arrivata al termine del suo intervento. Alcuni parlamentari europei si sono alzati in piedi. Un tributo che non piace al leader della Lega ed ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Non mi sognerei mai di applaudire una comandante che, dopo aver aspettato deliberatamente 15 giorni al largo di Lampedusa, per scaricare a tutti i costi degli immigrati in Italia, ha addirittura speronato una motovedetta della Guardia di finanza, mettendo a rischio la vita delle donne e degli uomini in divisa. Provo pena, imbarazzo e vergogna per chi ha applaudito Carola Rackete a Bruxelles”.

Per Salvini l’omaggio a Rackete è “un’offesa all’Italia. E nessuno ha ancora smentito la notizia dei tre presunti torturatori di immigrati caricati da Carola e scaricati nel nostro Paese, cioè in quell'Europa dove qualcuno batte le mani alle Ong”. Con l’Ansa Salvini commenta ancora: “In un Paese civile una che ha rischiato di uccidere cinque militari italiani in servizio sarebbe in galera e non in Parlamento europeo a dare o fare lezioni”. Rackete è stata ascoltata in commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni all’Europarlamento.

Carola Rackete al Parlamento europeo

La comandante della Sea Watch non ha risparmiato pesanti critiche all’Ue, spiegando che dopo quanto successo ha “ottenuto attenzione dalle istituzioni, ma dove eravate quando abbiamo chiesto aiuto? L'unica risposta che ho avuto allora è stata da Tripoli, dove non potevo andare. In Europa, la culla dei diritti, nessun governo voleva 53 migranti. È stata una vergogna. Le istituzioni mi hanno attaccata. Sono stata lasciata sola. I governi hanno eretto muri, come se sulla nave ci fosse la peste”.

Carola Rackete racconta ancora: “Nella mia esperienza con Sea Watch abbiamo vissuto delle situazioni alienanti, abbiamo dovuto legare i corpi affinché non affondassero intorno a noi. Ho visto persone lasciate sole in mare o riportate nella Libia da cui erano appena fuggite. Ma nessuna esperienza è stata pesante come Sea Watch 3 con a bordo i migranti per giorni che nessuno voleva”. Poi un altro attacco, stavolta a Roma: “La ricerca ed il salvataggio in mare sono operazioni che rientrano nel diritto internazionale, non so come abbia fatto l'Italia ad approvare una legge che non rispetta il diritto internazionale”. Rackete, però, difende l’Italia accusando l’Ue: “Per cambiare la politica sulle migrazioni anche in Italia serve un cambio a livello europeo: l'Italia è stata lasciata sola per diversi anni nella gestione dei flussi”.

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