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Scuola, nel decreto Covid le nuove regole per la quarantena in classe

Il Consiglio dei ministri ha approvato le nuove norme sulle quarantene nelle classi, che puntano a limitare il ricorso alla dad.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Consiglio dei ministri ha stabilito nuove norme per le quarantene in classe, per semplificare il sistema attuale, riducendo il periodo delle quarantene, con lo scopo di limitare il più possibile la dad. Le regole dovrebbero entrare in vigore da lunedì. Le novità sono state illustrate dal ministro della Salute Speranza e dal ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi in una conferenza stampa.

Le nuove regole per la quarantena nelle classi

Le nuove norme per la quarantena in classe prevedono che per la fascia da 0 a 6 anni i bambini restino in presenza fino a 4 casi, con l'obbligo di indossare mascherine FFP2 da parte dei docenti. Con 5 casi le lezioni in presenza vengono sospese per 5 giorni (non più 10).

Per quanto riguarda la scuola primaria c'è una differenziazione tra vaccinati e non vaccinati: dopo 5 contagi vanno in dad per 5 giorni solo i non vaccinati, mentre per coloro che abbiano completato il ciclo vaccinale primario o che siano guariti da meno di 120 giorni, o che abbiano effettuato la dose di richiamo, l'attività didattica prosegue in presenza con l'utilizzo di dispositivi FFP2 da parte dei docenti e degli alunni di età superiore ai 6 anni, fino al decimo giorno successivo alla notizia dell'ultimo caso Covid.  Cambiano le regole anche per la scuola secondaria di primo e secondo grado, ovvero per la fascia dai 12 anni in su: dopo 2 casi in classe vanno in dad solo i non vaccinati. Anche in questo caso prosegue l'attività in presenza degli alunni che hanno concluso il ciclo vaccinale primario o che sono guariti da meno di 120 giorni, o che hanno effettuato la dose booster, con l'utilizzo di mascherine FFp2. Per tutti gli altri si applica la didattica digitale integrata per la durata di cinque giorni.

La Lega non vota il decreto: Giorgetti diserta Cdm

Proprio la distinzione tra vaccinati e non vaccinati è alla base del dissenso della Lega, che infatti ha deciso di non votare il decreto che modifica le norme per la didattica a distanza e la quarantena in classe. I ministri della Lega presenti in Consiglio dei ministri, cioè il ministro Garavaglia e la ministra Stefani, a quanto si apprende, hanno deciso di non votare il provvedimento perché quelle norme "discriminano i bambini non vaccinati". A quanto apprende AdnKronos il capodelegazione della Lega al governo, il ministro Giancarlo Giorgetti non ha partecipato né al Cdm né alla precedente cabina di regia. Poco prima dell'inizio delle riunioni il titolare del Mise aveva avuto un faccia a faccia con Matteo Salvini nei suoi uffici in Senato.

"Condivido la decisione dei ministri della Lega di disertare il voto che sancisce una inaccettabile discriminazione tra studenti vaccinati e non vaccinati in merito ai protocolli su quarantene e didattica a distanza. La soluzione proposta dal ministro Speranza rappresenta una grave mancanza di rispetto nei confronti della scuola, luogo per eccellenza di accoglienza e inclusione. Negare un diritto a qualcuno non rafforza di certo i diritti degli altri!", ha dichiarato Rossano Sasso (Lega), sottosegretario del ministero dell'Istruzione.

"Le famiglie chiedevano giustamente una rimodulazione dei parametri alla luce dell'evoluzione della pandemia e per alleggerire un carico già gravoso, ma si è scelto di percorrere una strada sbagliata. Basti pensare che nella fascia di età tra 5 e 11 anni risulta immunizzato appena un terzo degli alunni, visto che la campagna vaccinale è partita da poco tempo. Ciò significa tagliare fuori dalla comunità scolastica la stragrande maggioranza delle bambine e dei bambini, per decisioni, va sottolineato, che non dipendono da loro ma dalle famiglie da cui provengono. La gravità di questo provvedimento – conclude Sasso – è di tutta evidenza".

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