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Scuola, la Cassazione conferma: “I diplomati magistrali restano fuori dalle graduatorie”

Brutte notizie per i diplomati magistrali che restano fuori dalle graduatorie a esaurimento per l’insegnamento. A deciderlo, rigettando il ricorso presentato da 27 diplomati magistrali contro la sentenza del Consiglio di Stato, è la Cassazione: vengono così esclusi i docenti che sono in possesso del diploma magistrale conseguito entro l’anno 2001/2002.
A cura di Stefano Rizzuti
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La Cassazione ha deciso: i diplomati magistrali restano fuori dalle graduatorie a esaurimento per l'insegnamento. L’ordinanza depositata oggi dalle sezioni uniti rende inammissibile il ricorso presentato da 27 persone in possesso del diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. Il Consiglio di Stato aveva deciso, nel dicembre 2017, di respingere i ricorsi contro il decreto del 2014 con cui il ministero dell’Istruzione aveva aggiornato le graduatorie, escludendo di fatto la possibilità di inserimento per i diplomati.

Secondo i giudici della Cassazione non c’è alcun “eccesso di potere” giurisdizionale, al contrario di quanto sostenuto da chi ha presentato ricorso. La camera di consiglio si è tenuta a marzo e ha stabilito, secondo quanto risulta dall’ordinanza, che “non è ravvisabile alcun superamento da parte del giudice amministrativo dei limiti interni della giurisdizione, sia con riferimento all'esame delle eccezioni di decadenza, sia in relazione all'affermata insussistenza dei diritto dei ricorrenti ad essere inseriti nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento”.

L’operato dei giudici è legittimo ed è giusta la negazione ai ricorrenti dell’inserimento “nella terza fascia delle graduatorie (graduatoria permanente che consente l'immissione in ruolo per scorrimento) pur essendo invece consentito agli stessi di essere inseriti nella seconda fascia delle graduatorie di istituto che permettono, comunque, di svolgere l'attività di insegnamento con il solo diploma”. Secondo i giudici, inoltre, non c’è alcuna violazione di norme comunitarie né di sentenze della Corte di Giustizia, al contrario di quanto sostenuto dai ricorrenti. Il ricorso si basava, inoltre, sul fatto che la precedente sentenza toglieva valore abilitante al diploma magistrale e, allo stesso tempo, veniva ritenuta una lesione dei diritti considerando che questi insegnanti avevano lavorato all’interno della scuola per un ventennio, non venendo tutelati in alcun modo dai giudici.

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