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Quattro milioni di persone in povertà assoluta: il Governo batta un colpo (ora, subito)

I dati dell’Istat (pur nel quadro di una inversione di tendenza) sono tremendi, spiazzanti: nel 2014, 1 milione e 470 mila famiglie è in condizione di povertà assoluta, per un totale di 4 milioni 102 mila persone. E sul tema del contrasto alla povertà il Governo ha fatto poco e male.
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Qualche mese fa, analizzando un rapporto sulla giustizia sociale in Italia, esprimevamo tutte le nostre perplessità sulla lentezza con la quale il Governo si stesse approcciando al tema del contrasto alla povertà. Non eravamo soli, ovviamente: la professoressa Chiara Saraceno, ad esempio, sottolineava come il tema della povertà non fosse proprio in agenda, con il Governo che continuava a “consumare risorse preziose in mille rivoli che non riescono mai a fare massa critica e che spesso escludono proprio i più poveri: dagli 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti a basso reddito che escludono gli incapienti, agli ottanta euro mensili per tre anni per i neonati in famiglie a basso reddito (che escludono gran parte delle famiglie numerose in cui più è concentrata la povertà), fino alla proposta di assegno di disoccupazione che esclude tutti i poveri talmente sfortunati da non avere avuto né un lavoro regolare, né la nuova prestazione sociale per l’impiego, il Naspi”.

E in effetti, se si escludono la conferma dei fondi per la social card, l’aumento del fondo per le politiche sociali e il bonus bebè, questo Governo sul contrasto alla povertà ha fatto davvero poco. Anche perché, del famoso “intervento su pensioni ed incapienti” promesso da Poletti si sono praticamente perse le tracce. Certo, ad onor del vero va detto che la battaglia principale dell’esecutivo è quella contro la disoccupazione (con una prima importante inversione di tendenza in questi mesi), ma la violenza dei numeri dell’Istat richiede interventi urgenti, misure immediate. Numeri che parlano da soli, deisamente:

1 mln 470mila famiglie (5,7% di quelle residenti) sono in condizione di povertà assoluta (4 mln 102mila persone) nel nostro Paese. Tra le persone coinvolte, 1 milione 866 mila risiedono a Sud (l'incidenza è del 9%), 2 milioni 44 mila sono donne (6,6%), 1 milione 45 mila sono minori (10%), 857 mila hanno un'età compresa tra 18 e 34 anni (8,1%) e 590 mila sono anziani (4,5%)

Certo, dopo anni la crescita dei poveri si è arrestata. Ma la profondità del problema resta intatta, enorme. E servono misure immediate, concrete, realmente innovative.

Invece Renzi continua a chiudere le porte non solo ad ogni ipotesi di reddito di cittadinanza (quella del M5S, ad esempio), ma anche ad ogni forma di sostegno diretto al reddito: no alla Sia, il sostegno all’inclusione attiva proposto dalla commissione Guerra durante il Governo Letta, no al reddito minimo garantito proposto da Sel, no persino al ddl piddino (c’è anche la firma del ministro Madia) per portare a 6mila euro l’anno il reddito dei beneficiari, no alla proposta di Cuperlo e della minoranza PD.

Addirittura per il Presidente del Consiglio si tratterebbe di forme “incostituzionali”. La povertà, invece, è a norma di legge, a quanto pare.

 
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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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