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Poletti: “Col Jobs Act triplicheremo le assunzioni. Poi piano contro la povertà”

In una intervista all’Avvenire, il ministro del Lavoro si mostra ottimista: “In breve tempo almeno la metà dei nuovi assunti potrà entrare nel mondo del lavoro con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti”.
A cura di Redazione
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Dopo l’approvazione dei decreti attuativi del Jobs Act e la prevedibile coda di polemiche, torna a parlare il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Per farlo sceglie il taccuino di Arturo Celletti e Luca Mazza, su Avvenire, con una lunga intervista nella quale fa il punto della situazione e si dice decisamente ottimista sul futuro del comparto occupazionale italiano. “Oggi su ogni cento assunti solo quindici sono a tempo indeterminato, gli altri ottantacinque rientrano nelle varie forme di precariato”, spiega il ministro, aggiungendo che l’obiettivo reale del Jobs Act è proprio quello di “triplicare questa percentuale, in breve tempo almeno la metà dei nuovi assunti potrà entrare nel mondo del lavoro con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti”.

Certo, resta la consapevolezza che “i numeri dell’occupazione devono cambiare in maniera radicale” e c’è un “disperato bisogno di creare centinaia di migliaia di assunzioni”, ma il ministro è convinto che quella intrapresa col Jobs Act sia decisamente la strada giusta, ribadendo che si tratta di riforme attese da anni che avranno un effetto positivo per la vita di migliaia di lavoratori che “abbandoneranno” la precarietà, visto che “assumere a tempo indeterminato da anomalia si trasformerà in prassi normale”. 

Resta ovviamente completamente in sospeso la questione del contrasto alla povertà, ma Poletti annuncia interventi rapidi anche in questo settore: “La deadline è giugno: il piano per l'inclusione sociale e quello per la povertà devono camminare insieme. Abbiamo già avuto un primo confronto con le Regioni con l'obiettivo di destinare tutte le risorse già disponibili a questo grande disegno”. il punto è che “non bastano aiuti isolati, serve di più, serve una grande operazione di solidarietà” e “dobbiamo prendere in carico i cittadini che sono rimasti indietro […] Abbiamo bisogno di una vera operazione per garantire al Paese equità e giustizia sociale. Estendere il bonus a pensionati e indigenti è un tema su cui si è ragionato. Avendo le risorse, io lo farei senza esitare”. Infine sulle pensioni: “Sicuramente la legge Fornero ha creato problemi e ora abbiamo la necessità di introdurre alcuni elementi di flessibilità in uscita, a partire dalle condizioni socialmente più difficili […] Però adesso dobbiamo riflettere anche su un altro dato: quanto costa in termini di competitività tenere al lavoro persone che già hanno dato tutto? Ecco, dobbiamo partire da qui e ragionare con l'Europa su questo schema”.

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